logo

Creative Commons License
triestestoria.altervista is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License 

 

alabarda

TOMO X

brevissimo riassunto del XX° secolo triestino

 

ai non triestini e a quelli di recente acquisizione :

tutto ciò che avete studiato a scuola, della storia di Trieste, potete dimenticarlo, solo un accozzaglia di emerite balle create da storici e scrittori, rari convinti nazionalisti italici, altri per convenienza sia politica che economica, per avvalorare una falsa idea di una città oppressa, in un Italia per la gran parte analfabeta (c'è voluto Manzi negli anni '60 e pare che ce ne vorrebbe un altro ora!), propaganda che ancora oggi, nonostante molte (ma non tutte) delle verità occultate dopo il 1918, siano venute alla luce, e nonostante i nuovi venuti e i loro complici, si siano resi responsabili di efferratezze indicibili sulla popolazione, negli anni che seguirono e che non pagarono mai le loro colpe.

molti di voi lettori, probabilmente hanno letto la nostra storia sui vari sussidiari scolastici, spesso ridotta a poche righe e piene di enfasi e retorica nazionale,( vi basti leggere la pessima Wikipedia) e che ancora oggi non riportano le verita' di una citta' millenaria, una memoria troppo scomoda ancora nei tempi odierni, mi auguro di avervi fatto conoscere il passato eroico di una citta', la mia, che mai piego' la testa alle oppressioni, e pago' a caro prezzo il suo orgoglio, nonostante da 100 anni si sia operata una revisione (compiacente) storica, le memorie sono ancora scritte su quegli antichi libri, ma sono anche presenti nelle anguste viuzze della citta' vecchia, sotto l'asfalto delle nostre passeggiate, e finche' ci sara' ancora un solo triestino, o uno che amera' come lo fosse, questa citta', l'antica Tergeste, non morira'

un secolo da dimenticare

i primi anni del nuovo secolo videro una forte espansione dei commerci della citta', linee navali collegavano Trieste al resto del mondo, il porto concorreva con Marsiglia per la supremazia nel Mediterraneo, cio' provoco' un forte impulso all'aumento della popolazione attirata dalle opportunita', tra questi anche ex sudditi della ormai decaduta Serenissima, atavica nemica di Trieste e dell'impero, intanto a Vienna si organizza uno studio per portare a 500mila anime la popolazione residente, architetti giungono da Vienna per abbellirla, le aziende sparse nei territori imperiali, aprono giornalmente filiali, nonostante questo, le cellule massoniche (gli storici di parte, poi li spacceranno per irredentisti) organizzate in finti circoli culturali, fomentavano odi e rancori, contro austriaci, greci, slavi, un grande errore di valutazione operato dalla corte di Vienna, che considero' questi carbonari di poco conto, anche quando giunsero ad occupare posti di rilievo negli scagni comunali, confidando nella appurata fedelta' cittadina, diede loro ampio margine di manovra e senza controllo. Vorrei far notare che l'impero lascio' intitolare il teatro a Verdi e sempre a lui una statua, lascio' intitolare vie a tanti italiani, grandi letterati, ammirati anche a Vienna, ma sopratutto, e la' sbaglio', lascio' prosperare anche la Lega nazionale, come vedete, chi vi parla di oppressione (536 anni ?) e' solo un bugiardo e un millantatore che cerca di prendervi in giro, ma lo pagano molto bene per farlo.

 

VENTI DI GUERRA 1914

 

funerale ferdinando funerale ferdinand funerale ferdinand Image funerale ferdinand

1)  le salme dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria e della moglie contessa Chotek assassinati a Sarajevo - 2) giunge a Trieste la nave imperiale Viribus Unitis (costruita a Trieste), a bordo le salme degli arciduchi che inizano il viaggio verso Vienna, il corteo attraversa la citta' tra ali di folla e bandiere nere di lutto ai balconi e alle finestre - 3) il corteo parte dalla piazza grande - 4) 2/7/1914 - i funerali la città listata a lutto partecipa in massa (p.zza della Borsa) NB : la prima casa a sin. non esiste piu' - 5) il feretro passa per il centro

funerale ferdinand  funerale ferdinand

 

triestestoria

ma come spesso accade, gli avvenimenti, dopo il 28 giugno 1914 precipitarono, l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede del trono austriaco, e di sua moglie mentre era in visita a Sarajevo, provoca la reazione dell'Austria che muove guerra alla Serbia, l'Italia che aveva firmato un patto con l'Austria di neutralita' (triplice alleanza), in segreto nell'aprile del 1915 firma invece un patto di alleanza con le forze avverse all'Austria, il tradimento e' tipico dei governanti italiani, ne avremo altre prove nei tempi a seguire. Non staro' a raccontarvi i fatti di guerra che sono gia' ampliamente descritti dai vari ricercatori e naturalmente modificati e pompati dall'enfasi eroica, i triestini, tranne quei 4 o 5 che tradirono (nell'elenco degli "eroi irredentisti triestini" stilato dalle liste italiane, la quasi totalita' non era per niente triestina, ma si doveva dare l'idea alla popolazione che la citta' fosse oppressa, buon lavoro della propaganda, bisogna ammettere che gli scrittori italiani nell'arte della manipolazione sono dei maestri, ancora oggi)(1), parteciparono attivamente alla guerra, dopo l'entrata in campo dell'Italia, le truppe triestine vennero impiegate nella regione della Galizia a difesa del fronte sotto l'attacco russo(2) , i marinai triestini furono  imbarcati sulle corazzate, costruite a Trieste, nell'Adriatico (3), la memoria scomoda per i nuovi padroni, fece si' che i nomi di questi triestini venissero occultati, non ci si poteva permettere di far sapere che la popolazione, al contrario di cio' che avevano sempre strombazzato, avesse invece vestito la divisa austriaca ! eppure in una citta' con più di 200mila abitanti, ben pochi al confronto i cosiddetti irredentisti, non vi pare?

marina

(1) - oggi sappiamo da uno studio inglese, che da Trieste, solo 811 furono coloro che si arruolarono nell'esercito italiano, mentre nel 1914 ben 40mila furono i primi volontari che partirono con la divisa austriaca

(2) - le truppe di fanteria triestine non vennero mai usate sul fronte italiano, oltre che essere partite per il fronte russo ben prima dell'entrata in guerra dell'Italia, lo stato maggiore volle evitare che si trovassero a sparare ad amici o conoscenti veneti, friulani o istriani, ed evitare cio' che successe spesso in varie parti del fronte, dove i due eserciti socializzarono, era normale infatti che fratelli o parenti si trovassero nelle opposte trincee. La cosa fece talmente infuriare lo stato maggiore italiano che puni' con la fucilazione sul posto, per alto tradimento, chi veniva sorpreso, e furono molti.

(3) - oggi le associazioni nazionalistiche italiche e istriane, festeggiano gli affondamenti di quelle navi, dove tanti triestini persero la vita !

 

triestini 1910
1910 - triestini della marina austro-ungarica

trieste 1914 trieste 1914 trieste 1914
trieste 1914 viribus unitis caduti triestini

1) - stazione centrale Trieste, partenza per il fronte dei triestini, del 97° regg. - 2) fanti triestini (in divisa imperiale) nelle retrovie - 3) fanti triestini dell'imperial regio esercito austro-ungarico - 4) messa per i combattenti triestini - 5) la corazzata Viribus Unitis, varata a Trieste - 6) lapide seminascosta posta il 28/7/2014 a lato del binario 9 della stazione di Trieste a ricordo dei caduti dell'ex Litorale

triestini caduti

 

 

immagine alla ds : unica lapide esistente a ricordo dei caduti triestini nella guerra 14-18 che militarono nell'esercito austro-ungarico, in alto, piccola e seminascosta posta nel fianco del castello di san Giusto, ad opera di privati cittadini, una realta' molto scomoda alla propaganda nazionalista.

 

 

 

 

 

 

 

 


IL TRADIMENTO

Il regno d'Italia, legato all'Austria dalla Triplice alleanza, segretamente si accorda con le nazioni nemiche e aspettando l'occasione propizia, ovvero le difficoltà sul fronte orientale delle armate imperiali, dichiara guerra all'alleato per colpirlo alla schiena rimasta quasi sguarnita. Questo tradimento, verrà condannato anche dalle nazioni europee che si dichiararono neutrali e rimane una macchia indelebile nella storia nazionale, ma scuse e favolette verranno poi inventate dagli storici italiani per nascondere le colpe.

ancora una piccola nota: caro lettore, nonostante ormai da alcuni anni parte di verità nascoste, siano state sdoganate dallo stato e da una certa cultura generale, non mancano nelle librerie e nei documentari televisivi, coloro che con fervore, parlando della guerra 14-18, enunciano con orgoglio gli attacchi dell'esercito italico sul fronte (tralasciando volutamente scomode storie), con l'appellativo de "i nostri", dimenticando furbescamente che tra i cosidetti nemici, c'erano triestini (in massa), istriani, dalmati, e persino dei veneti e dei friulani, insomma la solita retorica nazionalista che cerca di cancellare la memoria, ma che paga bene gli autori.

Giunta la notizia a Trieste del tradimento, masse di popolazione scese in strada, attaccando tutti i siti in cui si ritrovavano i cosidetti irredentisti, caffè, sedi sportive, vennero presi d'assalto e semidistrutti, non vennero risparmiati neppure i noti fomentatori, il giornale il Piccolo, che venne dato alle fiamme, e le sedi della famigerata Lega Nazionale e della ginnastica triestina. L'Osservatore triestino e gli altri giornali cittadini, uscirono con accorati appelli alla calma facendo leva sul senso di civiltà da sempre dimostrato dai triestini, la cosa funzionò, ma alle vetrine dei negozi, apparvero dei cartelli con le scritte : cittadino fedele all'Austria, anche in questo caso, i giornali deplorarono questa consuetudine e invitarono i negozianti a levarli.
Dopo il nov. 1918, la solita propaganda, ancora oggi ben presente e attiva, diede la colpa a sudditi tedeschi aizzati dalla polizia, mia bisnonna che li visse quei momenti (e altri peggio) mi raccontò di un intero rione, quello di san Giacomo, costituito da operai, e ben rari i tedeschi, sceso nelle strade per punire il tradimento dei regnicoli.


 

1916 morte dell'imperatore Francesco Giuseppe

il 21 novembre 1916, muore a 86 anni, l'imperatore Francesco Giuseppe d'Asburgo, Trieste costernata pone drappi neri alle finestre e sui balconi, la popolazione  partecipa in massa alle orazioni funebri in suo onore

assicurazioni  salma franz josef tomba wien

 

 

 

1915-18- Governatore di Trieste ; barone Alfred Freiherr von Fries Skene

1915 - Podestà : Alfonso Valerio

31/10/1918 – avviso di abbandono della città da parte delle truppe austriache – del bar. de Fries-Skene emana un comunicato alla citta' (tri-lingue) in cui saluta e augura a Trieste maggior "fortuna" per il suo futuro

Sud-Tirolo, Istria e Trieste, vengono cedute come prede di guerra all'Italia, il 3 novembre 1918 le truppe italiane sbarcano via nave, sulle rive cittadine e occupano i posti chiave, il peggio deve ancora arrivare !

verità

ancora oggi (2017), la lunga lista dei triestini caduti con la divisa imperiale, rimane ben occultata !

FINE DI UN'ERA

balledopo la cessione di Trieste all’Italia (la citta’ non fu’ mai conquistata, fu’ difesa dalle truppe austriache sulle trincee del Carso isontino, e l’esercito italiano non riusci’ mai a superarle), da furba colonizzatrice, la nuova nazione importo’ le sue genti, gia' indottrinate a dovere, onde creare un tessuto sociale che appoggiasse i nuovi padroni. Le cariche furono distribuite ai nuovi venuti, anche per controllare meglio la gran parte della popolazione, di cui ci si fidava poco, maestri, ferrovieri, poliziotti, addetti alle poste, vennero tutti sostituiti da personale fatto arrivare apposta dalle varie parti del sud-Italia, e mentre il malcontento serpeggiava tra gli autoctoni, la propaganda nazionalista creava ad arte la retorica che sfociera’ poi nell’odiato fascismo che aveva gia’ presenti sue cellule nell’Istria. La citta’ viene forzatamente italianizzata, vengono creati ad hoc una serie di movimenti, spacciati per liberali, che promuovono epurazioni(3) per tutti coloro che non accettano silenziosamente i diktat imposti da Roma, Trieste da secoli autonoma, mitteleuropea e citta’ aperta, diventa cosi’, grazie all’opera delle cellule nazionaliste, nascoste da paraventi di enti, leghe, circoli culturali e quant’altro, citta’ chiusa, anti tutto cio’ che non rispecchi l’italianita’, persino una gran parte di quegli ebrei che si arricchirono sotto l’ala imperiale asburgica, abbracciarono (forse per convenienza economica) il nuovo credo, alcuni di essi furono anche acerrimi anti-slavi, aderirono al nuovo partito di Mussolini, per poi pentirsene appena proprio in questa citta’, vennero emanate le fatidiche leggi razziali che li videro a loro volta perseguiti. La nuova popolazione, chiaramente importata in massa, e spesso con basso quoziente culturale, la gran parte non aveva nemmeno frequentato scuole elementari, giostrata con facilita’ dalle alte sfere nazionali e dalla semplice retorica, diventa il braccio armato con cui colpire gli scettici e i contrari, molti infatti indosseranno le camicie monocolore e  parteciperanno in massa alle manifestazioni che appoggiavano la dittatura (4), naturalmente la citta’ si spopola dei suoi antichi abitatori, la gran parte delle comunita’ che fecero grande Trieste, emigrarono in lidi piu’ sicuri, e non vi fecero piu’ ritorno, inizia cosi’ il decadimento da cui Trieste non si riprendera’ piu’. Le ale estremiste della destra italiana, ebbe gioco facile in una citta’ ormai nelle loro mani, appoggiati anche da gran parte della popolazione italofona dell’Istria veneta secolarmente anti-asburgica e anche un po’ anti-Trieste, per logica la fedelta’ dimostrata all’aquila imperiale e la secolare avversione per Venezia, dava alquanto fastidio ai caporioni istriani, alcuni gia' inseriti nel tessuto sociale cittadino, sino alle piu' alte cariche comunali, in quanto fedeli alleati e propugnatori dell'ideologia imperante. I triestini che, prima smarriti dall'abbandono austriaco, speravano comunque nella continuita' dell'espansione economica della citta', illusi parteciparono assieme alle masse importate per l'occasione, e a tutti gli italiani gia' qui trasferitisi in epoca austriaca, alle manifestazioni di arrivo delle prime truppe, ma nel 1919 si videro emarginati, nei documenti d'identificazione, trovarono la scritta " allogeni ", vennero cacciati dai loro posti di lavoro, per lasciarli ai nuovi venuti (5), videro le case in cui abitarono per generazioni, abbattute per far posto a discutibili palazzi del regime dall'architettura in voga in Italia, videro gli amici greci, slavi, boemi, austriaci, svizzeri ed ebrei, scappare, molti si videro forzatamente italianizzare il cognome, fino a snaturarlo del tutto, vie  e piazze cambiarono intitolazione, spesso date a personaggi nemici di Trieste ma filo italiani, i nuovi testi di scuola imposti, avevano adirittura modificato la storia millenaria di questa citta', storici compiacenti si prestarono all'opera (e lo fanno ancora), ai bambini gia' dagli asili, si inzio' col lavaggio della memoria, bisognava cantare <il Piave mormorava>, mentre  i loro padri, con la divisa grigia e l'aquila bifronte avevano combattuto per quel <odiato> nemico che la solita propaganda dipingeva come occupatore, i testi scolastici insegnavano la storia di una patria che non era quella di Trieste, dove persino si era arrivati ad insinuare la fratellanza tra la citta' e Venezia, tutto quello che era successo dal 1382 al 1919 venne abilmente occultato, quella che fu' la fortuna cittadina, la convivenza pacifica dei popoli, veniva ora bollata come reazionaria, anti-italiana, si grido' al tradimento, una parte della popolazione sia di lingua italiana che di origini tedesche appoggio' questa nuova politica, saranno degli ottimi collaborazionisti di nazisti e fascisti, grazie alle loro denuncie, molti cittadini di idee liberali verranno torturati, impiccati, fucilati, e deportati, ultima sacca di resistenza a questo andazzo generale, i cantieri navali dove le maestranze (che non erano certo analfabete) mal accettavano le imposizioni, alcuni vennero abilmente fatti sparire, altri in segreto si organizzarono in cellule che diedero poi vita, al movimento partigiano cittadino.

(3) - subito dopo la presa della citta', vennero stilate liste di triestini che avevano simpatizzato per l'Austria, nell'opera si distinsero gli impiegati di banca che denunciarono intere famiglie (manifesti - ex 4057 - comitato di epurazione 1918 v Palestrina 3 al 1° piano- tipografia Caprin - biblioteca civica), inizia cosi' la pulizia etnica, che oggi viene spacciata per quella anti-italiana, ma che fece si' che interi gruppi famigliari, venissero divisi e mandati a confino nei posti piu' disparati della penisola (chi vi scrive ebbe bisnonna e sorella, mandate una in Sicilia, altra in Sardegna !), ma anche di questo sui vostri libri di storia, non si fa' menzione, troppo scomodo.
(4)- il nazionalismo pro-Italia si trasformo' subito in appoggio al fascismo, o meglio fu' la base su cui si appoggio' il consenso alla dittatura, tutti gli abitanti importati dopo il 1918 ed alcuni di coloro che erano gia' giunti prima della guerra, spesso stessi fomentatori, alimentarono le cellule degli squadristi delle brigate nere che si resero colpevoli di veri atti criminali contro gli oppositori del regime e le comunita' di altra lingua e religione, l'esercito naturalmente aiutava le squadracce nell'opera di "bonifica", tra questi i carabinieri e pure gli alpini (meditate)
(5)- giunsero intere famiglie dal profondo sud allettate dalle offerte di Roma, la percentuale di proliferazione dei figli, era nettamente a favore dei nuovi venuti, i triestini erano poco prolifici, troppo razionali, qui non attecchiva il detto "dove magna un, magna anche do'". Questo provoco' che in pochi anni, i nuovi venuti si espansero a macchia d'olio, modificando fortemente equilibri, usi, costumi, tradizioni, parlata, legati alla loro terra d'origine, portarono con se' il loro retaggio storico, che si discostava pero' molto da quello triestino, molto piu' legato ai paesi del nord e dell'est (praticamente cio' che e' successo nel Kosovo serbo). Naturalmente dato che le forze di polizia erano per la quasi totalità giunte dal meridione, i loro corregionali ebbero vantaggi enormi, licenze a man bassa, agevolazioni, sovvenzioni, cariche, posti di lavoro ecc..., così si arricchirono a scapito degli autoctoni.

europa 1920

 

 europa 1920

NB : carabinieri e esercito brigata Sassari, sparò sulla folla ma di questo, nessuno ne parla, memoria corta !

dal giornale dell'epoca

 

 

ancora odio, ancora sangue, ancora bugie

Trieste, unico campo di sterminio in Italia, oppositori politici, ebrei, appartenenti alle minoranze etniche, vennero torturati e bruciati nel forno sempre all'opera, spesso ancora vivi, e nonostante questo, c'e' ancora a Trieste chi ammira e decanta quei aguzzini, non e' difficile trovare in certe case, anche delle cosidette famiglie "bene", busti e quadri del duce, bandiere con svastiche, emblemi della Xa MAS, armi d'epoca, non e' rarissimo sentire al banco di qualche bar ....mi son fassista ! ..


triestestoria.altervista.orgdegli avvenimenti della seconda guerra mondiale, molto si e' parlato, molto scritto, ma ancora una volta la propaganda ha giocato il suo ruolo, la fine del conflitto che qui' e' stato particolarmente aspro, non ha cambiato lo stato pregresso, i colpevoli di efferati crimini e i collaborazionisti di questa citta', non pagarono mai le colpe, il nazionalismo italico li salvo' e li uso' per ri-fomentare l'odio etnico contro gli slavi e i simpatizzanti socialisti e comunisti, nuovo nemico da colpire, rei di aver visto con simpatia l'eventuale accorpamento alla nuova nazione jugoslava, a conferma di quanto sia ancora forte la propaganda l'esempio lampante fu' la liberazione della citta' dal giogo nazista, operate dalle truppe dell'esercito jugoslavo assieme ai partigiani di questa citta', la manipolazione operata dai simpatizzanti del regime nazi-fascista la spaccia ancora per occupazione, e i soliti agganci romani rimasti anch'essi al loro posto a tutt'oggi cosi' la descrivono, naturalmente il resto d'Italia che nulla sa' di queste terre, ci crede fermamente, come crede alla favola della cacciata degli italiani dall'Istria, ma si sa', gli italiani credono a tutte le baggianate chi gli si raccontano! Da alcuni anni, e' diventato di moda, parlare di "foibe", bollandole come esecuzioni di massa (?) da parte dei jugoslavi, verso gli italiani, ennesima stupidaggine a cui parte di popolazione ha creduto, fior di pseudo-scrittori, giornalisti dell'ultima ora e storici di parte, si sono dati da fare per ingigantire il fatto, ma tutti si sono ben guardati di raccontare gli abomini compiuti da quegli italiani, sia in divisa dell'esercito che in camicia nera, e spesso con il consenso di una grossa fetta di popolazione estimatrice della dittatura, avevano compiuto su vecchi, bambini, e giovani donne, nei territori occupati nel 1918, per questo ho inserito una pagina a parte, con la speranza che vogliate saperne di piu'

 

ciò che ogni italiano dovrebbe conoscere, in questo servizio di RAI storia, le efferate crudeltà di cui si sono macchiati i vari corpi militari italiani che oggi applaudite al loro passaggio, pagini indelebili in queste zone, ma comodamente dimenticate dai midia e cancellate da uno stato compiacente, cose che non trovate sui vostri libri di storia, ma che il resto d'Europa conosce bene. Bersaglieri, alpini, finanzieri, carabinieri, furono esecutori materiali di nefandezze inaudite in questi luoghi, e nonostante questo, non pagarono mai le loro colpe, ma anzi, i loro capi vennero integrati nella nuova Repubblica, e alcuni anche medagliati ! ma tanto il popolo del resto d'Italia, non lo sapeva, ora non avete più scuse.

vi domando scusa, ma pare che la RAI abbia occultato il video ! strano no ?

 

pagina interamente dedicata all'argomento <foibe>    

 

 

tlt confini tlt confini truppe neozelandesi foto scomode

 

1946 - votazioni (monarchia-repubblica e Costituente)

Nè Trieste nè Gorizia e tutto il territorio che le comprendeva (Istria e Fiume comprese), non votarono, non essendo questo considerato territorio italiano e di fatto gestito dalle nazioni alleate

TLT - territorio libero di TriesteTLT

Tra il 1947 e il 1953, Trieste viene destinata, dagli accordi tra le nazioni alla fine della guerra, come capitale dello stato del <Territorio libero di Trieste>, inteso come stato cuscinetto tra Italia e Jugoslavia, l'amministrazione e' in mano alle potenze alleate (inglesi e americani), ma i simboli della citta' diventano anche simboli dello stato libero, al suo interno vivono in pace varie etnie, la popolazione rivive una nuova rinascita, le condizioni economiche rifioriscono, ma ... ancora una volta, Leghe e massoneria agiscono nell'ombra, sobillano quelle frange che furono simpatizzanti dell'ex dittatura, provocando manifestazioni con decorso violento, in cui si inneggiava alla scusa dell'italianita', la destra triestina ancora forte e ben posizionata ( e oggi scopriamo anche ben pagata da Roma), non accetta il ridimensionamento a cui sono sottoposti da quei militari che furono loro nemici. Nel 1954, finisce il sogno del libero stato, altro duro colpo alla popolazione che negli anni seguenti, emigreranno in massa nei piu' lontani angoli del mondo. La citta' divento' un crocevia di spie delle varie nazioni, di qua' e di la' della cortina, intanto un movimento indipendentista, il TLT (territorio libero di Trieste) premeva per la creazione (o meglio la continuazione) dello stato libero, cuscinetto tra Italia e Jugoslavia, mal visto dai nazionalisti e perfino da certa sinistra romana, non ebbe molta fortuna, schiacciato dalle contrapposizioni cittadine, l'ala della sinistra e quella liberal-cattolica democristiana dove confluirono in massa i fascisti che cercavano cosi' di mimetizzarsi.
Ex fascisti delle brigate nere, collaborazionisti, anche slavi, persino tedeschi ex ufficiali appartenenti alle SS, rimasero tranquillamente a passeggiare per le vie cittadine, molti entreranno a far parte di logge massoniche, coperti da alte cariche di polizia colluse col vecchio regime, e dalle Leghe già citate, assumeranno facilmente posti di prestigio, Roma e gli USA se li curano, li useranno per organizzare manifestazioni, intimidazioni, attentati, pestaggi ecc... e se presi, avranno l'aiuto di eminenti avvocati (anch'essi collusi) del foro di Trieste, praticamente saranno sempre liberati

trieste emigra 

gia' prima del ritorno dell'Italia, i triestini abbandonano la citta' ed emigrano, ma questo non ve lo raccontano

 

Dopo il ritorno delle truppe italiane nel '54, inizia la desertificazione del tessuto produttivo della città, vengono smantellate intere aziende che davano lavoro a migliaia di triestini, spostate in altre parti della nazione, esempio lampante fù la storica grande birreria Dreher spostata a Taranto, la chiusura della Lucky shoes, la fabbrica di scarpe e altre decine di fabbriche subirono lo stesso destino, lasciando gran parte della popolazione, senza un mezzo di sostentamento, persino il porto vecchio, che lavorava a pieno regime (io ci ho lavorato) con le banchine e i magazzini sempre pieni, perse completamente il traffico, veicolato ad altri porti nazionali, inoltre vennero ostacolate tutte le iniziative di nuovi insediamenti, non ultimo, la chiusura dello storico cantiere navale San Marco, fucina di splendide navi tra cui l'ultima nel '63, la Raffaello (fui presente al varo), per farlo diventare solo un bacino di riparazioni, ennesimo colpo alla città, destinata dallo stato a diventare una tabula rasa(A)
Altra pagina ben occultata da pseudo/storici, e' quella in cui i triestini insorgono (gli operai dei cantieri scendono in sciopero), contro la destinazione della citta' (ben consci di cio' che comporta)  all'accoglimento della gran parte degli esuli istriani, la gran parte di essi infatti (saranno 30mila) aderiranno all'associazione degli istriani, legata a doppio filo con la destra estremista triestina, ma Roma finta-sorda, finanzia assiduamente tutti i gruppi che sbandierano italianita', vengono create ad hoc leggi speciali per gli esuli politici, facilitazioni nelle assunzioni al comune(B) e negli altri enti, dove diverranno egemoni, prepensionamento di 7 anni, cosa ancora valida nel 2011 per i loro nipoti! in breve arco di tempo, queste facilitazioni fanno si', che i loro leader siano ormai presenti e a capo delle piu' importanti aziende, di fatto comandano e decidono per Trieste . Nelle scuole, fino sicuramente agli anni '70, maestri e professori indottrinavano ancora subdolamente, nelle menti degli scolari, l'italianita'  e il cattolicesimo come concetto indissolubile(5), gioco facile in quanto la maggior parte di quei scolari, era figlia di quei esuli istriani(6), che furono ferventi fascisti che mai se ne vergognarono. Nascono cosi' cellule che si rifanno alle ideologie del triste ventennio, giovani che spesso di politica ne capiscono poco niente, ma che vogliono seguire le orme dei padri, vengono ben sponsorizzate da Roma, dove molti dei vecchi gerarchi, hanno mantenuto i loro posti di comando e i loro agganci compresa la CIA americana, che manda dollari e armi. La citta' diventa punto cardine per il nuovo terrorismo di matrice nera, vi furono attentati e aggressioni nella stessa citta', i capetti piu' autorevoli maturavano intanto sotto le svastiche disegnate o appese sui muri delle loro sedi, liberi di agire indisturbati, in quanto nelle stesse forze di polizia, nonostante lasciarono anch'essi molti morti sulle strade, si simpatizza(7) per questi groppuscoli di esaltati, che tra l'altro nei rari processi intentati contro di loro, venivano sempre difesi dai piu' autorevoli avvocati del foro cittadino e di chiara ispirazione politica. I piu' noti capetti, faranno una brutta fine in giro per il mondo, spesso sotto paga americana, saranno sobillatori, attentatori, terroristi, insomma manovalanza di poco conto da usarsi per colpi di stato e omicidi su commissione, la propaganda dei media poi li spacciera' per giornalisti o caduti nell'esercizio del proprio lavoro (sic) e gli intitolera' vie, scale e piazze.
Nel 1976 nasce la grande bufala, approfittando dell'amore dei triestini per i suoi simboli, un gruppetto di esuli aderente alla destra nazionalista(8), crea un movimento politico, che usa l'alabarda, le sagre, i canti dialettali, per catturare gli inconsapevoli anziani, che vi partecipano in massa, credendo in un risorgimento cittadino, per completare l'opera, chiameranno questo movimento <Lista per Trieste>, riempiranno la citta' di alabarde e simbologie che richiamano alla triestinita', magnificheranno l'idea di una citta' zona franca e di autonomia, gran parte della popolazione, abbagliata, ci caschera' come polli ! La panzana, ben strutturata, durera' per diverso tempo, daltronde e' noto che i miei concittadini sono un po' duri a capirle le cose, ma alla fine tutto come una bolla di sapone, scoppia e scompare dalla scena politica.
Diversi anni dopo, un ottuso dirigente della sinistra triestina e un esimio professore, avvallano la fandonia delle foibe , dandone ampio risalto, i post-fascisti che non aspettavano altro, si appellano a delle liste inconsistenti, stilate poi da un ex camicia nera, nelle quale vi erano inserite anche persone che non centravano nulla, molte di cui si era persa traccia, ma che vivevano in paesetti sperduti, alcuni fucilati in tutt'altro luogo, altri che nel frattempo erano emigrati, quelli deceduti di morte naturale, tutto faceva mucchio, cosi' da poche decine di persone, si arrivo' alla incredibile cifra di 5000, che nei decenni successivi aumento' sempre piu', i triestini dissero allora che l'Istria doveva avere almeno 3 piani per contenere tante persone! Il resto d'Italia, che come ben sappiamo, non conosce assolutamente nulla di queste zone, fino a pochi anni fa', c'era chi credeva che tra Trieste e Trento ci fosse un ponte, rimase colpito e si bevve tutto cio' che abilmente la propaganda enfatizzando, disse loro, ma e' noto il fatto che ... se racconti una balla una volta, non ci crede nessuno, ma se la ripeti di continuo, diventa una verita'. Forti di questo riconoscimento nazionale, i destrorsi cospargono la citta' e i dintorni, di monumenti, lapidi, cippi ecc ... che usano in particolari giorni dell'anno per loro adunanze, in cui commemorano i loro camerati, e dove il saluto romano e' d'obbligo come simbologie tipiche del ventennio, la piu' nota ormai, e' quella del 25 aprile, dove l'Italia intera festeggia la "liberazione", mentre qui a Basovizza, loro intonano canti e cori in memoria dei vecchi gerarchi, il bello e' che lo sappiamo tutti, ma nessuno ha il coraggio di renderlo pubblico a tutta l'Italia, cosi' da sconfessarli agli occhi di un popolo credulone.

dic. 2017 - la destra italiana si raduna a congresso, proprio a Trieste (guarda caso), a cui dovrebbero partecipare anche gli esponenti delle destre europee, e chissà, anche filo-fascisti e neonazisti ? di sicuro tutte le associazioni triestine note e già menzionate !

3 nov. 2018 - festa di san Giusto, patrono della città - l'esimia signora prefetto, concede al gruppo dell'estrema destra di casa Pound, di sfilare nelle vie del centro tra l'indignazione e accorate proteste di tutte (o quasi) le forze politiche, della comunità ebraica, e persino, della curia triestina, o per meglio dire di don Malnati (una piacevole sorpresa), il vescovo .... mah ... L'esimia signora con chiari segni di vuoto della memoria storica, dimentica che la città venne fregiata dalla medaglia d'oro alla Resistenza, ma noi perdoniamo sempre "quelli che non sanno quello che fanno". Considerando l'alto numero di persone, come già citato, filo-fasciste in questa città, il corteo ha avuto un discreto seguito ai lati delle strade, i vigliacchi invece, sono rimasti in casa per non compromettersi ma, hanno steso la bandiera tricolore alle finestre. Tripudio invece in via Donota 2, ma di certo, non è una sorpresa.

A - vennero diffuse voci che ciò fosse dovuto al confine con l'ex Jugoslavia, e una possibile occupazione del territorio, tanto che la "cosidetta" prima linea italiana era disposta sul fiume Isonzo, ma mi sia concesso replicare, è invece più provabile che si volesse eliminare il ramo operaio cittadino, dove la sinistra aveva un ruolo predominante, così da agevolare la borghesia che votava DC o la destra che inneggiava all'italianità
B - Trieste dopo solo Roma, ha il piu' alto numero di dipendenti comunali e pubblici, posti creati apposta per gli esuli, agevolati nelle assunzioni
5 - 1947 – esisteva gia’ al liceo Oberdan un organizzazione clandestina di studenti armati fascisti che compirono atti di terrorismo [dai diarii di D. de Henriquez 1937/8]- negli anni '70 era considerata la scuola piu' <nera> della citta'
6 - ricordo, per coloro che non sapessero, che gli esuli istriani giunsero in massa dopo il 1947, anche se una grossa parte di loro si sente in dovere di arrogarsi il diritto di parlare per i triestini, in merito a fatti di questa citta' antecedenti a questa data (vd. liberazione). Nato nel rione di Chiarbola, ho frequentato per anni le grandi compagnie dei giovani figli degli esuli (via Pola, via Capodistria, via Isola, via Baiamonti ecc...), dove non mancavano i motti di mussoliniana memoria, dove ho conosciuto teppisti politici, dove oltre l'uso indiscriminato del "porchi sciavi", si prendevano gioco anche degli stessi triestini, rei di lasciarsi fregare tutto !
7- tutte le alte cariche, ma anche il semplice appuntato, venivano dal sud-Italia, i secondi poi, la gran parte semi-analfabeta e facile da manipolare, gia' inculcata dalla caserma alla patria, italianita' da difendere, e altre menate, vedevano di buon occhio chi sventolava furbescamente bandiere tricolori gridando Italia, Italia e a morte gli slavi, e ne dettero prova quando picchiarono operai indifesi nei cortei durante gli scioperi. Ancora oggi, nelle liste delle votazioni, nelle file della destra cittadina, molti sono i graduati o i loro figli, l'elenco potrebbe essere lunghissimo. Solo da pochi anni, nelle forze di polizia, troviamo degli autoctoni, chi ha qualche anno di piu' ricordera' certamente che, la "mularia", non ambiva assolutamente a questo tipo di lavoro negli anni passati. Nel 2008 per causa di lavoro, il sottoscritto ha operato nella caserma di v. Mascagni, nei dormitori  non mancavano mai emblemi, simboli  e scritte fascisti.
- tra i suoi fondatori vi furono anche ex appartenenti ai repubblichini della vecchia repubblica di Salò

 

 da : il Piccolo, 18 ott. 2018
collaborazionisti

fascismo a trieste

 

 

 

IL DECLINO

La citta' ormai in declino costante, perde popolazione, perde attivita' economiche, grazie anche al malaffare e ai giochi d'interesse romani, chiudono cantieri navali, fabbriche, a migliaia i triestini si trovano in strada costretti ad emigrare, quando va' bene in un altra citta' ma molti anche in altre nazioni, passano anni e grazie ad una gestione politica cieca e di puro interesse di lobby, grandi aziende che hanno tentato di insediarsi sul territorio, sono state ostacolate con i mezzi piu' contorti, tanto da stancarle e preferire altri siti, cio' comporta la fuga dei giovani e la trasformazione in citta' ospizio, ben controllabile. Naturalmente sappiamo bene il perche' del boicottamento all'insediamento di fabbriche e cantieri, l'eventuale apporto di manodopera da altre parti, potrebbe alterare un domani, il monopolio politico della citta', il solo pensiero non deve far dormire la notte i piccoli e meschini gerarchi cittadini, che in periodo di elezioni, sbandierano progresso e lavoro, per poi dimenticarsene subito. Naturalmente, col ritorno nel '54 dell'Italia, il commercio cittadino viene subito gestito da personaggi giunti dal meridione, agevolati sia dalle nuove forze di polizia che emanano licenze come santini, ai cosidetti difensori dell'italianità, e  per ordine romano, agli esuli istriani.
Oggi, avvalendosi del mezzo " internet " la gran parte di siti web che parlano della tormentata storia della mia citta', sono gestiti da subdoli ingannatori, per la maggior parte figli o nipoti di quei esuli istriani che ben poco hanno a che vedere con Trieste, usano le loro pagine per spargere ancora l'odio razziale, modificano  a loro tornaconto questi ultimi 100 anni, dimenticando volutamente che arrivarono qui solamente 50 anni fa' e non nascondono la simpatia (ben ripagata) verso il regime fascista, gridando una italianita' che, a loro dire, viene costantemente messa in pericolo, una minoranza e' anche rappresentata da italiani spesso del sud, pompati di patriottismo nelle caserme e che hanno riversato sui loro figli. Alcuni, si mascherano da nostalgici dell'Austria-Ungheria, che fa ben presa sui triestini, ma poi, leggendoli scopri che esaltano il pensiero nazista, esattamente tutto il contrario di cio' che fu' quel lungimirante l'impero. Sopravvivono per fortuna alcuni forum e siti cittadini, dove la ricerca storica si mantiene al di sopra delle parti, dove le verita' vengono smascherate, dove triestini e istriani democratici discutono e approfondiscono le tematiche cittadine senza condizionamenti, ultime cellule di resistenza della ormai persa triestinita'(sono tutti segnalati alla pag. tutto Trieste).
Il Friuli, meno contaminato di queste terre da idolatrie nazionaliste (oggi), sta' riscoprendo le sue antiche origini, rinasce l'amore per la sua lingua, ormai studiata nelle scuole,la sua Storia, il vecchio vessillo del Patriarcato torna a sventolare sulle case ma .... politicamente alleato ad una Liga veneta che si rifa' alle gesta di quell'esercito che dopo sanguinose guerre, pose fine alla sua liberta', incongruenze tipiche di coloro che non sanno quello che fanno.

nell'aprile del 2010, fece scalpore la proposta di un parlamentare austriaco che proponeva di concedere la doppia cittadinanza a quelle popolazioni che fecero parte dell'ex impero (ma Trieste e Gorizia non furono comprese nell'elenco), ecco come commentarono i triestini (ho detto triestini) >>>


 

ecco come, quanto e chi, Roma pagava affinche' si creasse ad hoc un movimento a Trieste nel 1954, che spingesse l'opinione pubblica al ritorno dell'Italia, come noterete tra i nomi, ci sono anche alcuni noti storici cittadini, ben foraggiati, viste le cifre ! ... 30 denari, sono meglio di niente s'intende.

 propaganda a pagamento

 propaganda a pagamento

nuove rivelazioni dei fatti triestini del 1953 dopo la visione dei documenti romani top-secret, verita' nascoste, manipolate in tutti questi anni (articolo del Piccolo, giornale di Trieste) >>>

come sentirete in questo video, negli anni in cui Trieste e' uno stato quasi indipendente <territorio libero di Trieste>, il servizio segreto italiano operava in un finto ufficio commerciale in citta', e sovvenzionava i simpatizzanti filo-italiani che si identificavano nell'estrema destra fascista (allora MSI), per organizzare le sommosse, gli atti di terrorismo, attentati ecc.... quasi sempre facendo arrivare i loro collaboratori da fuori, notate bene, si menziona anche il De Castro come non solo a conoscenza dei fatti ma anche come collegamento tra gli eversori e il servizio italiano . Come noterete anche, la citta' intera si riverso' nelle piazze in saluto dei liberatori delle truppe jugoslave, scene queste che non vi fanno mai vedere, e ... ascoltate bene la verita' su quei morti <per l'italianita'> di piazza s. Antonio !! ... intanto chi non vuol sentire, non senta; chi non vuol vedere, non veda; chi non vuol sapere, non sappia ....

 

 

e ..... nonostante questo sia ormai di pubblico dominio, con una faccia tosta incredibile, si festeggia in novembre il "ritorno" di Trieste all'Italia !

 

questa pagina, verrà ulteriormente aggiornata

 

l'autore di questi scritti, nato da genitori da generazioni triestini, di lingua italiana, al contrario di cio' che qualcuno potrebbe pensare, non e' stato allevato da reminescenze imperial-asburgiche, ma nemmeno all'accettazione incondizionata di scritti e testi post 1918, ha avuto la fortuna che gli venisse  inculcata la curiosita' del sapere,  la convivenza pacifica, gli ideali di liberta' e democrazia e ...verita', ma sopratutto, l'amore incondizionato per la sua citta', non tralasciando mai l'auto-ironia tipica di questo popolo e che nessuno dei nuovi abitatori riesce ad imitare, conscio nel toccare nervi scoperti, ma contento di questo mezzo, che libero da condizionamenti, gli ha permesso di smascherare le falsita' (o almeno parte) che si continuano imperterrite a scrivere sulla nostra Storia. Mi scuserete se, l'idea di far infuriare i falsi, bugiardi e truffatori, e' forse stata la spinta iniziale, solo una piccola voce gratuita, coperta da tante grida molto ben prezzolate, non ho la pretesa di convincervi per forza, siete liberi di non credere a cio' che trovate scritto in queste pagine, ma le notizie sono tutte comprovabili e sono il frutto di raccolte della memoria dei miei vecchi e di anni di giornaliere ricerche negli antichi volumi della biblioteca Hortis, anni che non sono stati facili, anni in cui questa scelta ha comportato grandi  e dolorose rinunce personali, emarginazione in quanto scomodo, boicottaggi, varie forme di persecuzione, e di grandi delusioni, scoprire che quelli che da sempre vengono considerati eminenti storici, sono stati invece artefici di manipolazioni, non fa' davvero piacere,  egualmente la triste verita', gli storici odierni che onestamente operano, sono ridotti a meno di una decina (piu' o meno), scrivono pochissimi libri, ma che curano con professionalita' maniacale, sono libri di difficile lettura per l'uomo della strada, ma sono piccole opere d'arte che aprono squarci di luce, dove .....regna la nebbia perenne, i nomi di questi autori, sono per lo piu' sconosciuti al grande pubblico, che impaurito dai termini usati e dai tanti rimandi, corre nelle librerie a comprare pseudo-libri in cui si immettono accozzaglie di tante foto e note di poco conto copiate qua' e la', ma molto pubblicizzati.
E' probabile che molti di voi, mi avranno bollato come anti-veneziano, anti-italiano e anti-esulistriani, filo-slavo, e quant'altro, niente di piu' falso, ma ..... la mia mente ragiona autonomamente senza condizionamenti di stirpe, anche l'Austria, riconosceva i miei avi come italiani, e allora erano anch'essi una minoranza, ma l'impero era piu' avveduto di questa repubblica nata sulla menzogna, sarei stato onorato di essere italiano, se la mia nuova patria si fosse dimostrata onesta, tollerante, democratica, ma ancora oggi, tutto questo non e' mai avvenuto, accetto di essere italiano, ma non ne sono fiero .  ... se, capire e difendere le idee, la lingua, la cultura, dei miei fratelli, che solamente usano la lingua dei loro avi per comunicare ....allora si', sono filo-slavo, sono filo-furlan, filo-tirolese, ecc....e sia chiaro, non amo per niente le monarchie

cerca nel sito :

ai miei concittadini (quelli democratici s'intende); non lasciate che continuino a storpiare la nostra Storia, protestate sempre quando lo fanno, fate sentire la vostra voce, non importa la lingua che usate o la religione che professate, fate sapere la verita' agli altri, tramandate ai vostri figli l'orgoglio di essere triestini, fieri, liberi, franchi nel cuore, ma siate intolleranti con chi tenta di ridimensionarci e semplici attori marginali e di poco conto, siate inflessibili con coloro che, nonostante questa citta' abbia dato loro fortuna, della nostra Trieste, se ne freghino altamente o  la usino come paravento per i loro sporchi comodi personali.

 

 logo

 

 


 

grazie a tutti per aver voluto saperne di più, spero che ne sia valsa la pena.