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ai curiosi improvvisati:

da alcuni anni si stanno girando vari film e fiction a Trieste, e in questi alcune volte appaiono dei personaggi cha dovrebbero parlare in dialetto ! ma ... mi spiace per voi, quello che sentite quasi sempre doppiato, non e' assolutamente il dialetto di qua', ma un misto tra veneto e istro-veneto che non si sa' neppure bene dove sia parlato, probabilmente per un meridionale, sembrano tutti uguali .... esempi di parlate assurde le trovate in < la sconosciuta > di Tornatore, con un Haber che, spacciandosi per un triestino, parla un veneto ben diverso dalla parlata cittadina fino ad arrivare alla fiction di Banfi-Toffolo < tutti i figli di Maria >, ma di peggio sono riusciti a farlo, con la fiction su Tiberio Mitri e la Franco, anche come dialetto veneto faceva pieta', e mi sembra probabile, che quando parlavano tra loro, lo facevano in dialetto e non in italiano ! nemmeno con il doppiaggio sono riusciti a parlare il vero triestino, pietoso e vergognoso.... quanta ignoranza per la nostra lingua !! e pensare che per fare le loro fiction, incassano i soldi da noi

...tanto per chiarire, i triestini conoscono e parlano sempre il loro dialetto tra loro e spesso anche con gli altri, i finti triestini non lo conoscono e di conseguenza non lo parlano, ecco come riconoscerete gli autoctoni

nonostante lo dica da tempo immemorabile che non e' vero !! tutti credono che a Trieste si parlasse il ladino, e lo ripetono a pappagallo, nonostante ripeta che non esiste nessun documento antico scritto in un lessico paragonabile al ladino, e che tutto si basa su una lunga serie di errori mai corretti per non smentire le cosiddette eminenze grigie ma .... l'eminente fenomeno ...ancora oggi, non manca mai . Il tutto si rifarebbe a certi toponimi antichi che distorti a piacimento possono sembrare cio' che uno desidera, che dire poi degli errori non voluti, di lettura di documenti, i toponimi in questione (e non il lessico) giungono per via orale al tempo del medioevo, e probabilmente gia' deteriorati dalle parlate locali.

Opinione del Kandler : nel suo giornale l'Istria 1846-52 (RP CONT 13-1) il P. Kandler cosi' scrive

dialetto triestin

chi è lo storico, o lo studioso che ha la faccia tosta di dare dello scemo a Pietro Kandler ? solo un dilettante che si atteggia a conoscitore degli scritti antichi di Trieste, tanto che gli basta ? qualche articoletto sul quotidiano, qualche libercolo copiato e pubblicato, tanto chi andrà a verificare se racconta panzane ? gli storici, quelli veri, hanno altro da fare che contestarlo.

L'Ascoli, il glottologo, fu' un fervente esaltatore dei famosi <dialoghi...> del Mainati ( ma sembra che non si sia mai dato da fare per appurare se cio' fosse veritiero), mentre Zenatti Oddone li denuncio' come una sfacciata mistificazione [in Archeografo triestino 1899/900- vol. XXIII]

ma ecco cosa diceva Zenatti Oddone (1866-1902), altro scrittore delle cose triestine e famoso dantista :

triestestoria di g.l.

PS : i dialoghi pubblicati dal Mainati, in un ladino alquanto strano, sono pura invenzione, non esiste nessuno scritto originale tergestino in cui si legga una forma ladina, se non mi credete potete sempre verificare sui doc.i in archivio diplomatico della biblioteca civica. Nonostante questo, si continua imperterriti a riscrivere la solita falsita', ovvero ...a copiare senza verificare !

se qualcuno vi dicesse che a Trieste si parla un dialetto istro-veneto, fatevi una grassa risata, probabilmente chi ve lo dice ne capisce meno di voi, in fondo la pagina troverete alcuni esempi del veneziano in uso nel 1300, noterete bene la differenza dal tergestino qui' sotto ! agli smemorati : Trieste e' di gran lunga piu' antica di Venezia (nata tra il V°-VI° sec. d.c.) ed e' forse, contemporanea della molto piu' antica Padova, in Istria alcune cittadine (vd. Pola ecc..) erano gia' vive ben prima della nascita di Venezia, e non credo parlassero gia' il dialetto veneto e neppure in latino

ma dato che, sono sicuro, tra voi qualcuno sara' un grande ammiratore dell'Ascoli, non credera' alle mie parole e ... neppure a quelle degli storici menzionati sopra, per cui ... per schiarivi le idee, ve ne daro' ulteriore prova

IO E WIKIPEDIA la polemica

Il triestino e' stato per secoli la lingua franca di tutto l'Adriatico, veniva parlato e capito anche nel goriziano e nella Carniola (oggi Slovenia) sino alla Dalmazia, coloro che per commercio o per altro, venivano ad abitare qui, ne imparavano i rudimenti, ma e' da supporre che nel medioevo, considerata gia' allora, la varieta' delle provenienze, esistessero piccole enclave in cui perdurasse anche la lingua madre, tra 1300 e '400, oltre ai vari personaggi provenienti dal nord Italia e Toscana, c'erano dei tedeschi che gestivano taverne, mercanti carinziani, alcuni polacchi, pellicciai boemi, contadini bosniaci, militi croati ecc.. Il dialetto, anche se ormai contaminato, e' ancora, la lingua usata comunemente da tutti gli abitanti di questa citta', viene normalmente usato anche negli uffici pubblici, negli ultimi 50 anni ha subito un declino dovuto sia all'apporto di popolazione del sud, che non riesce? ad apprenderlo, sia alla stravagante moda di dialogare in italiano (che fa' figo) anche con i propri figli, sembra che siano cosi' ritardati, che se parlano il dialetto in casa, poi parlino male a scuola (chissa' come abbiamo fatto noi? e loro ?), senza citare poi quelli che si vergognano a parlarlo !

sino alla meta' circa, degli anni '60, quando erano ancora viventi gli ultimi rappresentanti, nel rione di san Giacomo si poteva ancora sentire, qualche anziano che usava vecchi vocaboli, oggi scomparsi dal lessico, nel suo dialogare, e' noto infatti che il rione nacque e venne popolato dagli abitanti dell'antico rione di Rena, che negli anni del fatidico ventennio, vennero sgomberati per poter demolire le antichissime case e far riemergere il teatro romano. Esisteva cosi' una diversita' di parlata dialettale tra il resto della citta' dove la maggior parte erano di recente acquisizione, e il rione popolare, oggi totalmente scomparsa. In realtà il dialetto originale, subì una modificazione già attorno al 1750, con la nascita della città nuova, o borgo Teresiano, e l'arrivo di migliaia di persone da varie parti del mondo, finchè le mura che circondavano la città vecchia rimasero in piedi, la vecchia parlata resistette tra i tergestini al loro interno, restii e diffidenti verso i nuovi arrivati, tanto che l'imperatrice dovette dare l'ordine di abbatterle purtroppo.

Negli ultimi 150 anni molti si sono divertiti a creare dei vocabolari del dialetto tergestino, ma trattando sempre una forma relativamente recente, nessuno si e' mai azzardato a cercare piu' indietro nel tempo, ma posso capire, la lettura dei testi antichi comporta notevole fatica, tempo e conoscenza, troppo difficile !

questo vale anche per il dizionario del Kossovitz oggi diventato quasi una bibbia e per le amenita' profuse da wikipedia, da certi siti e da alcuni libercoli pubblicati ultimamente

Orbene, i documenti piu' antichi scritti, sono in latino, la lingua ufficiale dei clerici e dei colti, nel 1300 abbonda la documentazione, e il latino in qualche caso si volgarizza, alcuni documenti comunali poi, vengono scritti in una forma dialettale che pero', puo' essere fuorviante, infatti il notaio che lo scrive puo' essere originario di un'altra citta', devi percio' sapere per certo chi e' lo scrivente, cio' succede spesso e lo scopriamo nella trascrizione di forme slave. Purtroppo sono pochissime le singole frasi, le semplici parole, che troviamo trascritte nei documenti, che mantenevano pur sempre la forma latina, ma qua e la' scavando, qualcosa si trova, per esempio nelle note spese del tardo 1200 del Capitolo della chiesa : … licoff.. (1); negli stessi anni ... cerdon (conciatore di pelli) e becher (macellaio) .. zoco (ceppo di legna); negli elenchi dei beni fatti in punto di morte : 1322 .. un tavolazo … (tavola), linzoli e intimele (lenzuola e federe) ; negli atti dei processi del '300 scopriamo che usavano le stesse ingiurie usate ancora oggi : 1327 … bruta putana rufiana vechia …; 1338 … beco futu …; 1352 ... la pota de toa mare ... ; 1354 … bruta putana de bordel .. ; 1381 … fiol de un can … ; 1384 ...te chago in la golla ...(2); le cose non cambiano nel 1500 - 1514 .. fiolo de una putana se jo vegno zoso se insegnere taser ... ; 1529 .. bruta putana sfonderada ti e tua madre .. : 1547 .... pisadura de prete ..... Casandra coiona ... ;

Triestestoria dialetto
1327 - banco del maleficio - processo per offese : .... putana rufiana vechia .....

Triestestoria dialetto
1327 - banco del maleficio - processo per offese : ...bruta putana vade stare cullos .....

triestestoria dialetto
1436 - ...pironum (piron) argento [Arenghi]

Altri esempi di forme dialettali presenti nei documenti, molti dei quali, ancora in uso : in un documento del 1331 troviamo la forma verbale … stropare (chiudere, tappare)…; nel 1336 ... cadrega (sedia - con variante : candrega) ; nel 1350 ... che stropavit busos (che tappo' buchi) ...scudelas e pladenas (scodelle e piadine (insalatiere)) .... stagnaco .. (secchio) e in una nota ...che lavo' tivaglos (tovaglioli o tovaglie) e façolos e che mise in lisiam (lissia = bucato) alla festa ; 1359 ... vindirigulle ... ; nel 1384 .... in camixa ..(camicia) ; ancora nel 1384 in una rissa .. taxi (tacere) ..; nel 1390 .. la gorna ..(grondaia); 1396 .. balanze (bilance); 1401 ... la scafa (lavabo) ; 1420 .. pirono (forchetta) ; nel 1435 si parla di …. rudinazi (macerie - gia' nel '300 rudena).. ; nel 1417 ... scarsella (tasca) ; nel 1433 ... togne de pescar (lenze) ; nel 1440 ... coxir .. (cucire) e ..28 pignate (pentole) ; nel 1449 ...per broche (rivetti); nel 1452 ...una maona (barca da carico); nel 1461 ... giaza (jazo) [ghiaccio]; 1481 ... scanzia .(mensola).... ; nel 1486 di un .. tampagno (dado per vite) ; ..nel 1500 ...le scovaze ...(immondizia); e ancora .. stramazo (materasso) .. ; 1505 ... tanaie ... (pinza-attrezzo); nel 1510 ... coltrine (tende) ; 1520 .. la napa del chamin .. (cappa del camino); nel 1521 ...un buchal (pitale, ma anche usato per indicare un contenitore di liquidi) ; nel 1533 … desbratar (pulire, mettere in ordine)..; 1540 in un elenco di beni .. forfise (forbici) e nel 1570 ..la piria (imbuto) e il criel ; nel 1543 ... i pizigamorti (becchini), 1544 ... i scagni ... (sedili in legno); nel 1557 .... involtizar (avvolgere ) ; 1560 ... scartozi ... (recipienti in carta); nel 1581 .. la nena (balia) .. ; 1598 ... portar via la scaja (terra e sassi) ; 1607 ...... artichiochi .(carciofi)....... ; esistono nel contempo moltissime altre forme dialettali tergestine, gia' presenti nel 1300, poi perse nel tempo e che non ne rimane traccia nella memoria, gli arpisi che poi diventeranno clanfe (3), la civiera o ziviera (barella per trasporto merci), il bastasio (facchino), la frissoras ( poi fersore - padelle) , la braida (dal longobardo) un podere all'aperto, il brentar (costruttore di secchi), guardanapi o anche vardanapi (asciugamani), ...grisa (sentiero) parasidis (piatto), postota (terreno incolto), tolpono (pioppo), varjoli (branzini), zigonia (carrucola dei pozzi), e sin dal 1300 i negozi era chiamati "apotecha" ecc.. ecc…

Le datazioni dei documenti non asseriscono l'eta' del vocabolo che puo' essere di gran lunga piu' antico, ma solamente l'anno in cui lo trovo trascritto

1 - oggi qualcuno ricordera' questo vocabolo come la festa fatta nella costruzione di una casa, ovvero alla fine della copertura della stessa, in origine era la festa alla fine della vendemmia, nel caso citato dal Capitolo
2 - serie di ingiurie, e' appurato che vi fossero anche condanne per le bestemmie, che non mancavano
3 - clanfa : attrezzo in ferro a forma di U usato un tempo in edilizia, serviva a rinforzare o unire, due parti di una parete o due travi, il vocabolo era anche usato per indicare le gambe, oggi lo si usa per indicare un tipo particolare di tuffo in mare molto in voga a Trieste già negli anni '70

dialetto trieste    dialetto trieste
1322 - duo stagnaci (stagnachi)[vicedomini 1] -- 1417 scarsella

alcune frasi estrappolate dagli atti scritti del banco del maleficio, concernenti processi e che riportavano certi dialoghi intercorsi tra varie persone e in forma dialettale, come noterete, ben lontani dall' odierno dialetto, immagino che ne capirete poco, tranne le parolacce :

piccolo excursus sulla grafia in uso negli scritti dialettali medievali tergestini

ch = leggesi c (o K) l' <h> veniva ggiunta come rafforzativo
ç
= leggesi < z > come <zaino>, in verita' forse il suono sarebbe piu' comparabile alla C slava, in solo taluni casi, abbastanza rari, viene interpretata come una C dolce
j - y = leggesi < i >, il dialetto scritto usava come nello slavo anche ij o iy come rafforzativo della < i > (la J slava e' considerata consonante, ed e' usata anche per dividere 2 vocali )
x = leggesi < ş > come caşa (non < cs > come usuale nel meridione), la lettera < x > viene usata fino al 1500 negli scritti tergestini, mentre non esiste nello sloveno

[B/M] = libri del banco del maleficio - atti processuali


NB : quelli che leggete, non sono errori di scrittura, ma la trascrizione esatta del documento originale

Nicoleto Belli promette di pagare i 20 grossi (danaro) a Foresio de Agolanti - 22 in çugno 1334 – io nicolento beli si don dare aForese Acholanti esi in prometo de reder ede pachar aso seno esoa nolota (soldi) xx de grosi liqual denari elo me impresta perfin amore io nicolento sia scrito de man mia {2B-Cancelleria 4}cedola

1338 - Stefano Zisilino cosi' apostrofa il precone della citta' : becho futu mena toa mugler e toa fia in palazi del comun jo no vindi may lo mio sangue si che hai fato ti

il precone cosi' risponde : si io fosse si becho e futu che io no volesse mandar per mia mugler chen de ha che far nisun io no vindi mai la mia sangue e no la voro vender

21/7/1352 - Steypano de Brischa insulta il precone : ... el nolo porave far la pota de toa mare ....

21/7/1352 – processo per ingiurie :… soç chan futu vein cha ….

6/9/1352 - Almerico Walla viene accusato di ingiurie al milite della citta' : ... el nolo porave far dio e la soa mare che le chose stese chuxi el convem che li se mudano ....

19/10/1354 - Benvenuta vedova di Michele de Valariano viene accusata di frasi ingiuriose a donna Dragam de Zara : .. dame li mei drapi che tu me has invola ....

28/10/1354 -processo a Jacobo de Zurgna per offese : …tu per mal las fat che jo te farai jnfir fuora de Triest … 

16/12/1354 – processo a Chatarina curiale per ingiurie : pota che dio sanguana ..

18/12/1354 – processo a Georgi de Franculo per ingiurie a Justo de Aldigarda : …e vergine Maria .. el no porave far dio in santa Maria che jo te nj pageraj

4/6/1359 – il triestino Artuico de Rivola grida a Zanino Claudo di Venezia : traditor tu no pos scapar che tu ei morto

3/7/1359- Justo de Mesalti dice a Lucia moglie di Lazaro Presinez : ..tu sons figlia de una bruta putana e putana ju stesa ..

30/7/1359 - Zufredo de Drusmano viene accusato di ingiurie ai giudici : ... quel çudey de merda ello nollo porave che fe mio figloço

14/5/1381 - ..,. che te nassa la postoyna (4) entro li corni … [alfa D5 – B/M 8-p. 119v]

15/7/1381 – processo per offese : tu non ben fatis impedire te in bonis uxore (moglie) mee che bona te juro … tu e un becho fotu ….

2/8/1381 – donna Lucia, contro-accusa Maria de Aldigarda di offese : bruta putana e scove? (scrova?) una man de putanes e sons putana del vicario de Cavodistria

4/8/1381- ... porcha dest sfigna e tu sons bruto laro ... [alfa D5 – B/M 8-p. 167]

3/10/1384 - dialogo tra Justo Petacio (colui che era causa di rumore) e il giudice Quagloto de Bonomo che lo intimava a presentarsi in palazzo comunale : ..... Justo : io no voio vignir con voi io voio vignir a mia posta - Quagloto : io voio che tu vegni per toa cortexia estu de tanta che tu non vos vignir - Justo : si val a fare cuxi io sogno mior che ti(5), come vostu che la fiada me astia algun figa a desso qui - Quagloto : io voio che tu vegny al campitis - Justo : io no voio vignir e no vegnero may - nel dialogo appare Adelmo Petacio che si rivolge al Quagloto : per voi andero ben da che me lo comanda - Justo si rivolge ad un altro giudice presente Antonio de Argento : ..per una schena ce cortel che la mesura de um (?) fo se me ave acusa ... - l'Antonio risponde al Justo : se tu credi che io te abia acusa falsamente vate a lamenta che la raxon fara so corso - Justo : io savare far tanto mal che voi e foresi ... di por como tu vos che la sea

6/11/1384 - Andrea de Ottobono, controaccusa di offese a Marino de Buglys : ....el poltron (6)Marco, tu no me faras quello che tu me as ça fato ......

26/12/1384 – da rissa tra pescatori : …becho fio de una putana ….risposta : adoncha mia mare e putana 

29/12/1384 - il milite Ganoro de Genano viene accusato di offese da Antonio de La Malta : .... tu e un chativo homo e de mala raxon tu vai intiçando traditor marçio che tu sarami degno de squartar .....

8/1/1387 - Bortolo Canuta accusato di offese al Vicario della citta' : ......... voy me avey dada falsa snia (sentenza?) e no voley cighar (gridare?) raxon voy me avey fato torto che voy me avey .... lo mio ... raxon io me pagaro

3/10/1388 - Antonio Marzario accusa Nicolo Cigoto di offese : .... Antonio tu fustii causa mortis (fu') q. Quagloti ...... Antonio risponde : ... tu dicis male ....

8/6/1401 - …putana sclava comprada vien zo' a darme ... [B/M-10C2]

12/6/1401 - …bruta scrova putana .. [B/M-10C2]

3/1/1473 – la sig.ra Calandra sorprende in casa sua il precone della citta' e la sua ancella in atteggiamento inequivocabile, testimonia al processo cio' che senti' dire dai due : …. vien qua che tu coiera ti de soto e mi coiero de sora [B/M 12]

 

4 - questa forma di ingiuria e' molto usata, ma nonostante una lunga ricerca non saprei a cosa si riferisse il vocabolo "postoina" che fa' subito pensare al paese di Postumia letto nella foma slava Postoijna, ma forse non ha nulla a che fare

5 - era molto in uso questa forma per ribadire di aver l'animo tranquillo che gli permetteva di dormire tranquillo e sognare

6 - poltrone era considerata allora un'offesa non da poco, la ritroviamo ancora citata tra le offese punibili dello Statuto del 1550

17/1/1328 – lettera di Zenaro Soldaneri Narducio (toscano vivente a Trieste)

io ti raxonai come tusai di çuane di dali la fançula tua tut me rispondisti ch…. piaçeva echetue mi respondesti epero ioli favelai e diteme quando tu volesi ispendere una cosa acunça chevi conçerebe e pero respond imene come a te pare io ne raxonai con Manfredi disse chetene servebe eche gli piançera sopra ço non dito plu. E pensato quando tu se costa che noi poderemo guadagnare insieme dolio lolio vole qua quella de Pugla catino ollio libbre viij varebe ……. plu fosse bono edolçe e sene avrebe da questi nostri toscani bone libre x epo mandamene ij vaselli o iij noi ne faremo perde ………..continua [Vicedomini 4]

il Narducio scrive a suoi parenti in Toscana, si parla di fanciulla da maritare ma anche di commercio dell'olio, la forma dialettale usata nello scritto, sembra gia' contaminata dal dialetto cittadino.
le parole attaccate sono corrispondenti al testo scritto originale

13/10/1384 - processo per stupro - descrizione del dialogo tra i due - banco del maleficio IX

…. lui : apri .. - lei : a voia mi, chi seli, chi ve mena qua – lui : lo vostro amor me mena – lei : no vestu mio chugna barbani(7) e altri mie parenti che tu posevi andar da loro se tu volevi lo mio honor che tu li posevi domandar - …… intra in camera penes banchum e stupra ….

– lui viene cond a 2000 duc oro di multa (e non erano pochi)

7 - barbani = zii

gli Statuti di Trieste nel 1421 scritti in dialetto (o volgare)

metto a vostra disposizione il testo dialettale dello Statuto cittadino del 1421 depositato nell'Archivio Diplomatico della biblioteca civica in via della Procureria, (ora spostato in v. F. Venezian) casomai voleste constatare di persona, purtroppo di questo testo ci rimangono solo poche pagine, il resto e' andato perduto come molte delle antiche carte del comune, ma cio' puo' bastare a darvi l'idea della parlata in uso a quel tempo, infatti lo Statuto venne varie volte volgarizzato per poter dar modo anche al popolo la lettura, era posizionato all'inizio dello scalone che portava alla grande porta del palazzo comunale, ed era accessibile a tutti, trovatemi il ladino se ci riuscite : premete l'immagine per ingrandirla

 

   

il testo in dialetto dell'antico Statuto e' anche trascritto tutto da ; Zenatti Oddone, La vita comunale ed il dialetto di Trieste (biblioteca A. Hortis RP 4-381) - da cui uno stralcio :

Rubrica 148 : de li pupilli e adulti

E declaremo che se'l marido e la moier moriran lassando fioli o fiole da sete ani in zo, romagna (8) in discrition e arbitrio de lo Regimento de Triest(9) a far proveder a quei perfin alo termen de sete ani, se lamentanza pervignera' alo predito regimento, zo e' capitanio, luogotenent o vicario e li signori zudisi. E se algun menor de eta' segondo la forma del statu' de Triest se'l sara' soto tutela e governo de alguna persona, e li parenti volessen quel o quela maridar, se quelo el qual avese in tutella over in governo recusasse quel o quela maridar menor de eta', e lamentanza pervegnera' alo predito regimento, che'l sia in arbitrio e liberta' del dito Regimento de maridar quel o quela .........continua

8 - romagna = rimanga, dal verbo rimanere - così anche sui doc. di Venezia, il vocabolo ci fà credere che il castello eretto dai veneti che assediavano la città, e che darà poi il nome alla zona,
9 - Triest = scritto nella forma tedesca


25/3/1446 - il fontecaro fuggito a Latisana, il triestino Bartolomeo Trina si difende in dialetto da varie accuse di malversazione

24/4/1446 - atto di accusa fatto da Johanne barbiere detto Calandra - banco del maleficio - p. 108

… mi m° çuane barbero comparo ala corte del Maleficio et denuncio ! ferido che io ho in le man lo qual e lavorante de Chanciano tavernaro e/a nome Janeçi de Petua e si dise che li abia dado ! fameio de m° Michel chaligario che a/ nome Jurse Choroseç/ lo dito Jurse a dado al dito Jancey con uno cortelo enfia la schena et le spale del dito/ in perigolo mortis/ entro la taverna de Rusachulo fo fato lo dicto delito

4/5/1446 - atto di difesa di Juri de Corgnal - banco del maleficio XI - p. 114

davanti a voy missier lo zudize del Maleficio de Trieste/e/ dela vostra Corte del maleficio compare mi Zuane fiol de ser Piero de Corgnal citadin de Trieste digo denuncio e acuso per mio sacramento …… tossia tossa(?) che cusi' sia la veritade che io sia stado incusado de uno vardian secreto falsa mente e iniusta mente /e/ contra la veritade delimpresente del mese de avrile proximo pasado che io habia habudo da danno in uno orto de Martin Burlo pro ut in la falsa et non vera acusa larga se contiene mente perché zusta mente /e/ con la pura veritade io reprovado quella cusa cusi' fata stada fata falsa per lo dito vardian secreto e contra el so sacramento como piu' larga mente apare ese contien in lacto dela nostra corte del maleficio e pertanto per mio sacramento accuso como di sopra el dito vardian secreto el qual per mal modo alio et intention de far falsa acusa con falso sacramento dele sue rason non contento habiando lo inimigo dela humana natura davanti li soy ochi non habiando algun respeto a dio /e/ alla veritade anda esin incusa falsa mente /e/ contra el so sacramento el dito Zuane de Corgnal citadin de Trieste aver da dano in uno orto …… fo zitado afar sua scusa comparse ……

9/8/1446 - atto di accusa per atti ingiuriosi all'immagine della madonna - banco del maleficio XI - p. 161

davanti a voy spectabile et Egregio messer lo zudise del maleficio e dela nostra corte comparo mi e si acuso margarita moier de m° Clemento sartor citadina de Trieste in par che ho che la dita margarita del 1446 de lo mese de luio proximo pasado siando in la casa de ser Francesco de Bonomo de ser Bonomo per la muier dise e per …..le risposta certe parole inzuriose /e/ vituperose in /e/ conta la nostra dona madona sta Maria loqual era de parte su una inchona zoe digando la dita margarita digando le fige con la man contra la dita inchona in la faza e intro li ochi in grande dano e vergogna e vituperio contra la forma e la rason dela cita de Trieste e Statuti e de questo fo presente dona Chiarenza moier de ser Francesco de Bonomo de ser Bonomo /e/ dona Zuana moier che fo de Francesco de Rimeno dona Chatarina moier che fo de maistro Mathio sartor e dona Zuana moier che fo de maistro Janes sartor e/ per hove prego per voy eper la vostra corte delo maleficio .. procedendo contra la dita margarita secondo la forma erason dela cita de Trieste e questo fato si fo adi' 25 del mese de luio proximo pasado el zorno de messer san Jacomo apostolo

11/8/1446 - atto d'accusa di maestro Clemente sarto contro la moglie Margherita accusata di adulterio durante la sua assenza dalla citta' - banco del maleficio - vol XI - p. 163

....... comparo mi m° Clemeto sartor citadin de Trieste si denuncio e acuso per mio sacramento Margarita mia moier efiola che fo de maistro Filipho butiglar che ... cosa che mi m° Clemento fosse andado fora dila cita de Trieste za ani 3 in Sagabria afar li ma fati ladita Margarita non habiando algun rispeto adona ali soy santi e no habiando respeto ala vergogna del mondo e vituperando e destaxiando mi m° Clemento e vergognandome per la sua audatia et pro sumption e sença mia licentia non habiando dio davanti li ochi ma piu tosto lo inimigo dela humana natura si tolse in casa dela habitasion mia mituda dela cita de Trieste in lacontrada de riborgo apreso la casa de ser Justo Paduin elialtri soy confinj trovado do mentre che fose vignudo del dito logo Jacomo brigente fameio del dito maistro Clemento e quel tenese in casa mia contra la mia volontade elicentia volte avese zasudo con ladita Margarita mia moier equela hever cognosuda carnalmente contro la mia volontade e in dano evergogna e vituperio de mi m° Clemento Ancora non contenta dele predite cosse ma perseverando in so mal proposito reprendando mi m° Clemento ladita Margarita evoiando quella monir e castigar che la dita Margarita non debesse tignir tal modo e quella volandome desprexiar etal modo atignudo ladita Margarita che de ela in danno mio eper zudixio de mi m° Clemento e contra la mia volontade eper voy messer lo zudixe del maleficio ela nostra corte che quella Margarita debi ade punir econdanar secondo la forma dela rason deli statuti de Trieste manchando quella secondo la forma dela raxon comuna Ancora cusi epublica voxe efama in la cita de Trieste apud forentis predicta .....

1458 - denuncia di furto- Arenghi

dialetto trieste

....mi francesco barbier de carlobo ve denuntio Lorenzo fio de Lazer stuaro mio fameio (familiare) afitado me ha invuolado (rubato) de casa mia uno bacil valore 2 libbre soldi 10 Ancora rasori (rasoi) 4 val libbre 1 soldi 12 item una forfise (forbici) val libbre 1 item una piera val libbre 2 item 3 fazoli vergadi val libbre 3 item una bareta de gusela val libbre 1 item una camisa e una mudanda val libbre 1 et altre cosse menude non voio meter tute ste cosse ........

16/4/1460 - Vicedomini vol. 36 - p. 32v - supplica ai giudici della citta'

...... expone al vostro devoto citadin e servidor ser Vido de Susman che con zosia (?) cossa che ser Antonio de Greto citadin de Trieste ça boni tempi fa havesse vendudo ala Mag.ca Comunita' de Trieste una soa cassa metuda in la cita de Trieste in la contrada de Mercha in la qual tien taberna Hermaniza per preso de £ 500 de pizoli con faculta de recuperar quella de ogni so piazer ........

spezzone di un documento pubblicato sul Codice Diplomatico Istriano - 12/8/1464 indizione XII - da: atti dei Vicedomini supplica dei fr.lli Emerico e Pietro de Malgranello al Consiglio per casa in affitto

....... Davanti de Voi Spetcabili et Egregii Signori Misier lo Capitanio, Misier Piero de Paduin, Misier Zoane de Bonomo, et Misier Odoricho de Zulian, dignitissimi et benemeriti Signori Coretori de la Magnifica Comunita' de Trieste e del so Governo, e al nostro Mazor e menor Consej humelmente compareno li vostri fedelissimi e humili Citadini Emericus q. Floreto e Piero de Malgranelo fradei, causano, narano et expongono che za circha ani doi proximi passadi, sia sta compra per la antedita benevola et Magnifica Comunita una caxa de exopero (?) suprascripto metuda in la cita' de Trieste in la contrada de marcha' (mercato) apreso la caxa del dito Floreto e altri soi confini per livre cinque cento de pizoli, la qual senza dubio alcuno no renderave alcun fruto overo utilita' ad essa Magnifica Comunita' se la non fose tolta ad afito per queli che ano laltra caxa: perche' una senza laltra non se pou bene abitar. Niente de mancho esso Floreto como humile e bom servidor de la antedita Comunitade voiando ed intendendo piutosto che quel abia utilitate e lo so dover, zoe' li soi denari prediti .................

18 febb. 1505 - testamento in dialetto di Lorenzo de Bonomo (pubblicato su Cod. Dipl. Istriano)

 

   

 

Codice diplomatico istriano - 1508 - la citta' in mano a Venezia, atti processuali verso quei triestini che durante l'assedio di Venezia alla citta', imprecarono contro i veneziani

la moglie di Bitino de Tomize disse :.... fazano pur como vogliono, venetiani mai tegneranno questa terra
Domenico Pizoldei durante l'assedio gridava : ...fioli, non se rendemo, che se lassemo intrar questa canaglia, e che se diamo a loro, i ne buzzera' in mar... e in ... nostre moglier e nostri fioli
Bartolomeo dell'Argento (gli verranno dati gli scassi di corda) per aver detto : ...incago a quanti zentilhuomini e' in Venezia, e cancaro ghe vegna al migliore de loro ...
forse non trattasi di dialetto tergestino, in quanto riportato forse da notai o scriba veneti, ma almeno ci da' l'idea, se ancora non fosse chiara, di quanto astio ci fosse tra le due citta'

banco del maleficio - vol. XXII - ottobre 1546

.... produgo questa scritura in mia defension contra misier fra marcho de capudistria conventual de san francesco haver dito che mi con la man averta haverli volesto dar un schiafo che tal cossa mai non ho habudo in el cor mio ni mai se trovera la verita de tal cossa e questo vostra signoria lo vedera per i testimonij lui ha posti li qualitestemonij pur che li sianno stadi al presente aver visto el nostro rasonar per che io so certo che non poranno dir tal manchimento de mi aver fato ma che io ho moso a chaminare et si li ho domandado per che cossa eso fra marcho me ha in propiado davanti el clarissimo signor capitanio signor zuan oyos et alla presentia de vui signor zudise de trieste de misier batista de mirez come me hera inferido che non voleva che io potesse testimoniar et per questo par me haver habudo gran reson ha defender el mio honor et dirge che eso non ha fato bem ha volerme tior quel che idio me ha dado ....

e' una lettera fatta da Giovan Daniel di Aquileia cittadino di Trieste, di una famiglia da secoli presente in citta' che assunse il posto di provenienza come cognome, cosa molto usuale una volta, che si difende davanti al Giudice del maleficio, dall'accusa di aver schiaffeggiato un frate del convento di s. Francesco di Trieste

vicedomini - vol. 62 - 14/1/1542  donazione di Dionisio de Thefanio a sua figlia Anzola Faço

noto a ceschaduna persona che lacerà questo mio presente scrito, come mi Dionisio Theophanio citadino de Trieste de mia Spontanea volunta et benedicion in questo mio scrito confesso e contento con tutte le rason et solenita le qual scriver se possa simili scriti dago et faço una vera et libera charta et de donation perpetualmente de una vigna mia posta in la contrada de santo pallagio / confina con la vigna de ser Luca de mirez et la vigna de grigor q. ser piero grovato et alti soj confini a mia fiolla Ançolla ........


dialetto trieste

estratto da un testamento del 1686, documento scritto in un misto tra lingua e volgare, noterete alcuni vocaboli ancora in uso comune nella parlata dialettale :

item tre para de lincioli sotili quasi novi
item tre traverse quasi novi de tela ordinaria
piu' tovalgie di tola numero 12 doperati

item una casa de albedo
.............................
supeleteli di casa cioe quadri tola armar (10)............
...........et le coltrine ......

dialetto trieste
1732 - da testamento : ..l'Armaio con tutte le cadreghe

 

10 - armar/armaio = e' l'armadio, il vocabolo poi subira' la trasformazione in armer


 

altre voci dialettali sono presenti nella pagina degli elenchi testamentari

e nella pagina : proverbi e canti

studi sulla storia del volgare tergestino (pdf)

 

la parlata slava a Trieste nel medioevo

dell'antica parlata slava della nostra citta' e del suo circondario, non rimane documentazione se non per tutta una lunga serie di toponimi delle contrade, negli atti del Maleficio troviamo accenni ad offese in "sclabonico" ma non vengono riportate. Gran parte della popolazione e dei nobili cittadini, conosceva le forme slave del tempo, lo appuriamo appunto dagli atti processuali, alcuni patrizi poi, sono citati come traduttori. Di che genere fosse lo slavo usato allora e' un impresa, considerando che vi fosse sia popolazione autoctona, probabilmente tra i primi slavi giunti, che i < cicci > popolo di origine romena (ricordo che usano una lingua latina e non slava), e che nel tempo giunsero intere comunita' di croati, bosniaci, dalmati e che ognuno portasse in uso la sua lingua, cio' diede probilmente inizio alle varie forme di parlata ancora in uso nel nostro territorio, che fa' si che lo slavo di (esempio) Sgoniko sia ben diverso da quello parlato a san Dorligo. Tracce di questo slavo si riscontrano nella toponomastica antica, ma anche in questo caso, a causa della difficolta' dei tergestini a pronunciare anche tre consonanti assieme, modificarono i nomi aggiungendo delle vocali, cosi' per esempio, Brda diventa Berda, vrh diventa verch ecc ..., altri esempi si riscontrano nei soprannomi di alcuni personaggi citati nei documenti, ma il significato si e' ormai perso

negli atti processuali troviamo nel 1392, Agneta vedova di Juan de Bagnoli detta < pregospa > [Cancelleria 9] - e la ritroviamo poi nel giugno del 1399 quando si decreta la sua morte [beta AA 15- libro delle cere]

14/8/1473 – Bertone Crai (stessi poi Cral) accusa Lucia de Mirissa di ingiurie in lingua sclava ; chudj rogine (o roginç) viene tradotto in : cativo becho - < Chudj > forse dal Kudič in sloveno < diavolo >

breve spezzone di slavo trascritto - da : malefici mixto - 10C2 - 22/8/1500 -ingiurie in lingua scalbonica : poidi tam pri ta manigoud e traditor …….cher vo eschie obessen na ta colprie …[cosi' viene tradotto : va' da quel manegoldo che el sara' ancora apicado a quele colone] - la traduzione e' molto approssimativa

ancora nel 1500 in un elenco di affitti, troviamo ; Juri brivec (barbiere)

dialetto trieste
13/3/1700 – lascito testamentario a favore di Lucia vedova del q. Juan Sirich ….deti gospodar e gospodigna [4AD-testamenti]

dialetto trieste
1395 - nel documento della Cancelleria si menziona il fatto che l'esposizione dei fatti davanti ai giudici cittadini, viene fatta in "lingua sclabonica" e come interprete si cita il nobile triestino ser Ettore de Teffanio

dialetto trieste
1440 - doc. degli Arenghi, l'atto di accusa, in palazzo comunale davanti ai giudici, venne letto in "lingua sclabonica" (avevamo da tempo il "bilinguismo")

La gran parte dei nobili triestini conosceva la parlata slava del tempo, anche perche' molti possedevano interi paesi del circondario, tutti i contadini poi che coltivavano i terreni e le vigne dei nobili e non, erano indubbiamente di origini slave, come  parte della popolazione stessa di Tergeste. - gia' nel 1300 tra i processi di ingiurie, troviamo persone che non sono slave ma che ingiuriano in lingua sclabonica

13/12/1419 - Lazaro de Basilio traduce da ydioma sclavo a latino [Vicedomini 30]
13/3/1434 – de Leo Justo traduce un testamento in sclabonico [Vicedomini v. 33]
3/10/1434 – Balardo Pietro traduce lo sclabonico [Vicedomini v. 33]
5/3/1458 – de Goppo Bartolomeo traduce dal sclabonico al latino [Vicedomini v. 35]
1/12/1460 – de Tefanio Nicolo traduce dal sclabonico al latino [Vicedomini v. 38 ]
1561- ad messer Domenigo Raviza per haver traducto uno testamento in lingua schiava in vulgar per haver la M.ca C.ta intereso de dicto testamento de £ 60 - £ 1 ss 11 [L/C]

E' da supporre che la parlata non fosse uniforme, troppo diverse le etnie, tanto che il rapporto tra vecchi del posto e i nuovi arrivati non va' per niente bene, e portera' a inevitabili scontri mediati dal comune di Trieste. Da menzionare inoltre che in altopiano vivevano anche fam. chiaramente friulane, spesso nel tempo i nomi e cognomi vennero slavizzati (gia' tra il '300/'400), lampante il caso dei "Furlan", cognome diffuso in altopiano che indica la loro antica origine. Gli abitanti dell'altopiano poi, assorbirono nella loro parlata, molti vocaboli in uso tra i cittadini, in taluni casi storpiandoli in una forma slava.

E' probabile che la gran parte delle parole in uso nel dialetto triestino, di provenienza tedesca, francese, sia in verita' entrata nel lessico comune dopo il 1800, mentre quelle slave sono di gran lunga piu' antiche, un po' meno quelle spagnole, e' comunque un dato di fatto che la parlata locale sia impregnata di termini presi da altre lingue e spesso distorti, anche se in verita', lo ribadisco, spesso si parla con cognizione solo di una parlata in uso da 200 anni a questa parte, quando le forme venete avevano preso il sopravvento sugli antichi vocaboli autoctoni e da un secolo circa molte famiglie di ceppo tedesco si erano trasferite qui', inoltre con le varie occupazioni dei francesi, anch'essi lasciarono il segno Tra il 1700 e il 1750 con l'arrivo in massa di genti da tutte le parti del mondo, stanziatesi nella parte detta "teresiana", il dialetto si diversifico', la vecchia parlata rimase in uso nella citta' vecchia, dove gli antichi tergestini rimasero, mentre nella citta' nuova, il dialetto subi' le contaminazioni dei nuovi venuti, e prese pian piano il sopravvento

il tedesco a Trieste

gia' presenti nel 1300, ma certamente anche prima, vari personaggi di lingua tedesca a Trieste, dapprima bettolieri, bottai, armaioli, mercanti, spesso carinziani, ma anche prussiani e bavaresi, saranno poi anche i militi che accompagneranno il Capitano della citta' (spesso un austro-tedesco), nei nostri documenti venivano citati come "teutonico", vennero anche usati nelle traduzioni di missive tra comune e corte imperiale, anche come messi, sappiamo per certo che nel 1400 erano gia' diversi i triestini che comprendevano il tedesco. Da ricordare inoltre, che gran parte degli ebrei presenti a Trieste nel corso dei secoli, sono di origine tedesca. Tranne che per alcuni documenti, posteriori al 1382, diplomi, privilegi, ecc..., del tedesco in uso antecedentemente, non ci rimane traccia, stranamente sembrano la gran parte scomparsi, come per lo slavo, egualmente nei processi troviamo esclusivamente la menzione della lingua usata, ma non troviamo traccia di vocaboli.

 

triestestoria.altervista

lettera da Lubiana datata 1495 in lingua tedesca

 

 

il dialetto triestino moderno    

 

come parlava mia bisnonna

    

 


datosi che secondo molti, il tergestino sarebbe di impronta veneta, ecco qui sotto alcuni esempi originali, di come invece parlassero i veneti-veneziani nel medioevo, come spero noterete, confrontandoli con gli scritti sopra, sussistono chiare differenze e alcune similitudini

esempi di dialetto veneziano del XIII° e XIV° secolo

...secunde vero cedule est talis tenor : in nomine Domini amen, MCCCV mense novenbrio.

Questa la parte dela casa a pe plan: come el'abia la sua corte / de via sulo rio et aba lo muro dela cassa grande: sia comun et cum lo volese lavorar / qal parte lo posa levar a soa spesa et tutavia romagna in comun dele parte. //

Ancor voio co ela posa vegnir tanto ala corte co' elo sia dreto co· lo dito muro et / voio co elo lasa corte de pe' XIJߤ. Ancor voio co lu muro dela corte sia comun / et levase pe' X; debie serarlo de muro de ci alo muro dela casa co nesun no posa / pasar et no abia via de qa; ancor voio co la fenestra co sé sula corte / dela kasa grande no se posa far plu çó, ma posala lavorar co' ela vol / et sia serata sí co(m') ela sé no vegnando plu çó sula corte; ancor voio co / la casa grande abia balia da lavorar su qelo muro lo' che sé la fenestra / qanto co ven lo portego de casa grande; ancor voio co lo muro delo portego / dela kasa grande sia comun a meter travi et ço ke li a' mester etçeto fanestre / et balko et posa far ila cavo in la mi' corte, scala me par et li privari / et li graneri roman ala parte et lo muro roman commun. Ancor voio co el'abia / in sua parte delo rio tote le IJ kase infra tera et voio co ela abia le kase / co sé sula via et tuta l'isola; ancor voio co qesta parte posa far J liago' / de pe' IIJ alo primo ordeno o IIJ solero dalo portego de ça de ki a per tuta la corte / de ki alo muro comun et çaskun debia dar Pantalo per la sua parte lbr. XX / ad g. a Çeçilia et a Beriola munege ala Çelestia s'el avignise co de l'inprestiti / no se dese pro per nesuna casa; ancor voio co mia muier abia staçio / in la casa tuto qelo co eo tegno si' come ancor voio co Pantalo dea a Maria piçola / munega a sancto Mafeo lbr. X a g. co(n) l'aconçio de Çeçilia et de Beriola; voio co / la kasa grande sia in parte co' la cansa de corte et abia lbr. DCC deli me' inpre/stiti et posa levar lo kavo delo muro delo portego co sé sula corte sulo muro / dela kaxa a pe plan tanto qanto ce lo muro delo portego. Ancor voio co lu / muro delo portego sia comun a metre trave et ço ke li a' mester etçeto fanestre / et balco; ancor no posa questa parte far lavorer so la corte se no per conçar ...... continua

1307 - testamento di Giovanni Cappello

A nome de Dio corando mill(e) et tressento et sex, di' vinti in fevrer, eo Çan Capello dela contradha de s(enta) / Maria Materdomini faço testamento. Laso mei (com)miss(ari) dona Agnese dala Sevele et dona Costança Pollan(i) / et mia mare et mio frar Pero. Ordeno i(n)prima dreto desimo et libr. cento et vinticinque per anima mea de/li qual eo laso sol. vinti de gss. per messe et sol. dese de gss. per (con)gregacion et sol. dese de gss. per camese / a poveri et sol. cinque de gss. per lumenaria a sen Çane Evangelista che debia arder infina ch'eli dura / et sol. vinti de gss. a poveri logi et a povere persone si' co' par ali mei (com)messar(i) et de questi sol. vinti / de gss. si' voio che sia dati cum questa (con)dicion: se per algun te(n)po eo avese habudo de quelo d'altri, debia / luser a l'anema soa et ancora deli altri s'el avese logo et sol. quindese de gss. per caritadhe in questa / (con)trata et per li hospedali. Pagadha la sepultura, quelo che roman de libr. cento et vinticinque / sia dati a frar menori et a predicatori et a rimitani et ali Carmeni per mese. Lago libr. / cento a gss. a mia sor Çaneta ch'ela ebia lo pro che esse d'ese metandole in un logo seguro / et non possa meter man in la cavedal s'elo no li avese logo co(n) volenta' deli mei (com)messarii et / ala soa fin vegna a mio frar Pero od-hali soi redi quelo che nde fose per algun te(n)po et se mia sor / Agnesina romagnise vedoa per algun te(n)po, Pero sia tegnudo a darli libr. cento a gss. in / ogna manera et se ela morise çença redho quele libr. cento romagna a Pero odh-a soi redhi / de Pero et mia mare habia le massari' in soa vita a soa voluntade et poi romagna a Pero / odh-a soi redhi. Eo Çani si' de' dar un pano da soldi dodhese de gss. a s(enta) Maria Materdomini che eo fisi / i(n)proferta. S'elo avegnise che morisse avanti ch'eo lo desse, Pero sia tegnudo a darlo in ogna manera, / no romagna per ço da far le altre cose. Se io l'avese dadho in mia vita, Pero non ·de sia tegnudho / et si' voio che Pero sia tegnudo, dapoi ch'eo su(m) morto enfra mesi dui, da spaçar l'anema mia / de quelo ch'eo avese ordenado et s'elo no lo fese, ....continua

1321 - testamento Lorenzo de Ventura

In nome de Cristo amen.
Corendo l'anno del Segnor MCCCXXJ die XXVIIIJ de mio, testamento de ser Lorenço de Ventura de san Grigoro. Imprima voio e liego et / constituo ad esser mei comissarii dona Trivisana, dileta mare mia, et Francesco, dileto frar mio, et Malgarita et Cristina, dilecte fiiole me', et Lunardo da Basano et Bor/tholamio Cent(ra)cho de Cloça, çe'neri mei dileti, che cosi' co' io ordenare' et comandere' che sia dao, che cosi' queli, poi lo mio obito, faça et conpla; item voio ch'el sia dao / dreto desimo; item voio che li diti mei comessarii dibia dare et distribuire deli mei beni per anema mia libr. XL de gss. deli qual io voio ch'eli dibia dare ali frar predicaor / et ad li frar menor et ad li frar remitani et ad li frari dal Carmene et ad li frar de senta Maria Maçor et ad li frar de sen Grigoro s. XIJ de gss. per çascun de questi coventi / adço' ch'eli dibia dir messe per anema mia;... continua

 

i testi veneti sopra sono tratti dal sito www.bibliotecaitaliana.it

 

relazioni di guerra al Senato della Serenissima, nel 1508 durante l'assedio fatto dai veneziani a Trieste

spero si noti la diversita' della parlata in uso a Venezia e naturalmente in Istria da quella in uso a Trieste

 

 

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