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de PELLEGRINI

con varianti : PILIGRIN - PELEGRIN/O - PEREGRIN/O/I - vennero anche detti : PIZOLDEI - PARVO DIGITO
-Secondo la tradizione, nel 1246 questa famiglia viene aggregata alle note 13 nobili casade triestine
-il cognome richiama alla memoria il Pellegrini duca di Carinzia che fu Patriarca di Aquileia nel 1132, ma non trovo collegamento
-da Jacopo Cavalli ; sono 2 ceppi, uno antico di Cordovado e altro piu' recente di Capodistria (NB ; questi ultimi, sono quasi sempre originari del Veneto, almeno cosi' vengono indicati)

 

legenda fonti archivistiche (tutte di Trieste, altre specificate a lato)triestestoria

A/T = Archeografo Triestino

AR = Arenghi

B/M = banco del maleficio

B/Mv = vacchette del banco del maleficio

CA = libri della Cancelleria

CAv = vacchette della Cancelleria

C.D.I. = Codice Diplomatico Istriano

CONS = libro dei Consigli

L/C = libri dei Camerari

M/S = Marin Sanudo, i diari

N/EXT = notai estimatori

PPE = protocollo pubblico economico

V. = libri dei vicedomini

note da : Jacopo Cavalli - Commercio e vita privata di Trieste nel 1400

-Nicolò, nel ‘400 appare per un mutuo coi suoceri Benamata e Giovanni de Baseio.
-Matteo, figlio di Nicolò, nel 1443 fà un mutuo.
- Antonio, figlio di Nicolò, sposato con Colotta de Grettis, e figli Maria, Benamata (sarà suora alle Benedettine), Nicolò un altro di cui non trovo il nome
- NB: per atto testamentario, Benamata Pellegrini riceve la metà del villaggio di S.ta Croce, quella che non era ancora delle Benedettine (CDI 17/2/1471) e dato che dal 30/5/1466 erano già proprietarie (test. di Pietro de Uremo (VREM)) dell’altra parte, divennero padrone del villaggio.
- Matteo (detto Pizzoldei, piccolo dito),figlio di un altro Antonio, morto nel 1440 negoziante con bottega in contrada Mercato e proprietario di barca, nel 1437 porta per il Comune la Regalia a VE – nel 1444 lui e Pietro Belli condannati al bando perpetuo e se catturati alla pena di morte (?), ma probabilmente l’appello venne accettato perchè lo si ritrova in città – la 2.a moglie Caterina figlia di Boncine Belli, avendo crediti dal marito che nel 1465 era di nuovo (?) bandito dalla città gli incantò i beni.
-Pietro, del fù Antonio, nel 1466 sposa Francesca de Burlo, figlia di Domenico(morto nel 1468), nella dote, terreni alla contrada Rivaut (Rivalto) e in contrada Trimolini (Battisti) col olivarj ecc.. (CA.19)
- Pietro, omonimo di quello sopra, stava in contr. Castello, vicino alla chiesa di s. Silvestro, infermo, nel 1485 lascia alle figlie, Giovanna , Lucia (moglie di Orso dell’Orso di Capodistria abitante a Trieste) e ai figli Paris, Domenico e Andrea i suoi beni (V. 41) – aveva moglie Giustina.
- Paris, era oste nel 1492.
-Domenico, fù accusato di seduzione con false promesse di matrimonio, da Antonia Studena nel 1503 (CA 36)
- Giovanni, figlio di Santo e Ignera, era banchiere, muore nel 1447.
- Pietro, figlio di Giovanni, portava pellegrini con la barca a s. Maria del Loreto, aveva figlia Giovanna, sposa di Lazzaro de Baseio.
- Sardio, fratello di Giovanni,era notaio, nel 1442/6 ebbe dazio delle beccherie.
- Girolamo, fratello di Sardio, bottegaio con barca, nel 1433 fà sequestrare beni a suo debitore, sposato con Chiara che vedova, nel 1478 lascia tutto alla sorella meno 2 poderi, uno a Coludroviza e uno a Samatoriza (V. 39), ma nel test. del 1482 glieli lascia.
- Paolo, fratello di Sardio, visse a Capodistria e morì giovane.

dalle mie ricerche

non sono elencati tutti i componenti della famiglia, ma solo quelli piu' documentati o di interesse particolare, sono numerosissimi i casi di omonimia tra coevi, tra cui Andrea, Matheo, Nicolo, Antonio, Giovanni, Pietro, Justo, tra questi inoltre sussistono casi di omonimia (?) con altri veneziani alla fine del 1400

D.no Peregrino
nel 1247 plebano di Cossana, rifiuta la plebe e le sue pertinenze, l'atto avviene a Trieste nella chiesa majoris (allora s. Maria), davanti al vescovo Vodorico (V. 39)

Lucia
in luglio del 1278 riceve dal vescovo di Trieste Arlongo, il terreno per l'erezione del monastero della Cella (trattasi del primo monastero, poi demolito dai veneziani- vd. pagina chiese)

Andrea
figlio di Raynaldi di Cordovado, nel 1301 menzionato come notaio e testimone a Trieste (V. 6), nel 1308 (2D3)e nel 1316 (2D4) paga la quota spettante al Capitolo, nel giugno del 1324 e' Procuratore per sua figlia Garduxe, vedova di Peter Damantino morto a Trieste (CA 1), nel 1327 compra una casa in Rena (V. 4), nel 1330 come ambasciatore del comune va' a Capodistria (L/C) - nel 1334 era gia' morto (V. 11)

- Garduxe
figlia di Andrea, nel 1329 possiede una vigna in contrada s. Palagi (s. Giovanni)(CA 2), nel 1337 viene citata per un debito (V. 13), nel 1347 era gia' deceduta (V. 16)

- Pellegrin
figlio del D.no Andrea, nel luglio del 1325, e' a Venezia, insieme ad altri triestini, davanti casa dei Vendramini (V. 4), nel gennaio del 1335 lui era gia' morto, nascono questioni per l'eredita', impugnano il testamento la moglie Bieta e i figli Mateo, Andrea e Benvenuta (V. 11), nell'aprile del 1345 i fratelli Mateo e Benvenuta, continuano la vertenza in merito al testamento del padre, la causa era contro l'abate del monastero di s. Maria di Sumaga della diocesi di Concordia, l'eredita' consisteva in una casa nel luogo detto Portiza, vigneti nelle contrade di Farno, Grundelera, Figarola, Gretta, Scorcula, Cerisij, Plancies, una nel luogo detto Petraferata(1), altra presso il fossato nel luogo detto Pratelo (V. 15)

(1) - unica citazione in merito a questo toponimo, e non si specifica dove si trovasse

- Bieta (Norberta)
moglie di Pelegrin, nel 1332 menziona la sorella Fumia, moglie di Artuico de Rivola (CA 3), gia' vedova nel 1335 viene citata per un debito (V. 11)

Bernarda
moglie di Mateo, in documento del 1372 scopriamo che era figlia di Nicolota e Nicolo de Burlo (V. 24), nel 1383, gia' vedova, riceve dal comune 3 ducati oro, lei e altri cittadini, avevano infatti concesso un prestito al comune stesso (L/C)

- Andrea
detto Saraxino figlio di Mateo, nel 1384 viene richiamato per non essersi presentato al Maggior Consiglio (B/M 9), nel novembre del 1388 altra accusa, non si era presentato al suo turno di guardia (B/M 9) e verra' multato (L/C), nel 1407 appare nella lista dei debitori del Procuratore generale (alfaEE 28/1), lo stesso anno pero, compra una vigna in Zugnani (V. 28)

- Cordia
moglie di Andrea, menzionata nel gennaio del 1383 (V. 26)

- Pellegrin
figlio del fu' Andrea, ottobre 1427 detta il suo testamento, ha moglie Perucia e figli Cordia, Gardusse, Biete e Menegutie (V. 31)

 

Manfeo
nel 1330 viene multato dal comune (L/C)

Indrigo
nel 1330 aveva casa in citta', in contrada s. Laurenti (N/EXT 1)

Antonio
lui e la moglie Deodada, vengono menzionati nel novembre del 1331 (V. 7)

NB : dopo il 1340, cominciano ad apparire nelle documentazioni, alcuni personaggi appartenenti al ramo di Capodistria e altri provenienti da Monfalcone ma originari forse del Veneto

 

Federico
figlio di Pellegrino di Castrovenere, maggio 1339, abita a Muggia (CAv 2)

Nicolo
- di Capodistria ottobre 1350, il Senato della Serenissima lo aveva confinato a Venezia (2A 32-Consiglio dei X di Venezia)

Nicoleto e Bernardo
nel 1372 abitano a Muggia ma sono alle dipendenze di VE, stipendiati equestri nell'esercito veneto che occupa Trieste (V. 24)

Santo
era di Capodistria ma fu Giureconsulto del Patriarca di Aquileia, e per lui copre la carica di Podesta' in Friuli e nella stessa sua citta' natale, nel settembre del 1384 viene menzionato come cittadino di Trieste e subisce un processo (B/M 9), era sposato con la triestina Ignera de Bonomo, figlia di Corvo e Frixa (V. 29) - nel 1388/90 e pure nel '96, appare come Vicario dello stesso Patriarca del Friuli (Giovanni di Moravia) e presiede al processo a cui vengono sottoposti alcuni nobili ribelli (atti della cancelleria dei patriarchi di Aquileia – deputazione storia patria per il Friuli- UD 1983)- il 10/5/1396 guadando il fiume Stella c/o il castello di Varmo mori', il cadavere portato a UD e sepolto nella chiesa di s. Odorico [Gian Gius Liruti - Notizie delle vite ed opere scritte da ' letterati del Friuli - 1760]

- Ignera
moglie di Santo, nell'agosto del 1401, compra una casa nuova, nella contrada di Mercato, da Cristoforo de Teffanio (V. 27), nel febbraio del 1407, appare gia' vedova di Sante (V. 28), nell'aprile del 1429, redige testamento, cita i figli Paolo, Johanne e Sardio, oltre la casa e vari terreni, possedeva anche saline in Camarzo (V. 33)

-Paolo
figlio del fu' Santo, nel gennaio del 1406 appare come testimone notarile (V. 28)

Johanne
nel febbraio del 1413 viene menzionato come cittadino e abitatore di Trieste (AR), nel 1420 possiede negozio in contrada Mercato (V. 30) che da menzione del 1426 sembrerebbe fosse un cambio (CAv 16), nel 1441 e' alle dipendenze del comune (L/C), nuore nell'agosto del 1447 (A. Marsich)

- Valese
moglie di Johanne, muore nel luglio del 1461 (A. Marsich)

- Geronimo
figlio del fu Santo, nel maggio del 1414 subisce processo con l'accusa di furto (B/M 10), nel maggio del 1426 riceve un mutuo (V. 31), 1441 multato dal comune (L/C)

- Clara
moglie di Jeronimo, era nipote di Bertolota ved. di Nicolo de Adamo, che nel 1439 le lascia in eredità casa in c. Riborgo, altra casa con casale nella contrada (c/o Lazaro de Argento), e altra casa, le lascia inoltre manso in Caludroviza (distr. Duino), parte di vigna c. Molendinorum e una braida, parte di animali (V. 46), nell'agosto del 1471, gia' vedova, vende un baredo (V. 38), nel 1475 dona mobili, 2 mansi in distretto di Duino, 4 vigne in villa Samatorize .. in villa Caludroviza, a Francesca figlia del q. Johanne (V. 39), nel maggio del 1482, ammalata, detta testamento (4 A-D)

-Sardio
figlio di Santo, gia' notaio nel 1421 (AR), nel maggio del 1446 vanta un credito di 107 ducati d'oro da Johanne e Odorico de Teffanio, figli di Cristoforo (V. 34), nell'agosto del 1446, in societa' con Jo. Antonio de Bachino, ottiene il dazio della beccheria (V. 34), nel 1452 il dazio del vino a spina , si ripete nel 1453 e '55 (L/C), nel '57 e' daziario del gran dazio (L/C), nel 1464 a causa di un debito, incanta la sua casa in contrada Mercato (V. 37), nel settembre del 1466 chiude gli occhi (A. Marsich) - nel novembre del 1478 la sua casa in c. Mercato (c/o casa di Lorenzo Bonomo, casa di Nicolo de Baxeio, e casale del mn. s. Clara de Capodistria) era in rovina, si decide di riparla e usarla per utilità della Camera Imperiale, viene data per 80 duc. a Nicolo Rauber (V. 39)

- Francesca
moglie di Sardio, nel settembre del 1466 nella casa in contrada Mercato, detta testamento, lascia la gran parte di vigne e oliveti al marito, ma anche due vigneti alla sua serva, una in Cadini altra in s. Vito, un orto ad una sua amica, fuori porta Cavana, un orto e la casa di contrada Mercato a suo nipote, Pietro Paulo de Argento (V. 37)

- Lorenzo
figlio di Sardio, sua figlia di cui non conosciamo il nome, muore nel maggio del 1476 (A. Marsich)

Nicolo
tra settembre e dicembre del 1395 e' notaio del banco del maleficio (Hattinger), nel 1401 vanta un credito di 120 ducati d'oro da Nicolo de Ottobono (V. 27), nel 1407 compra all'incanto, una casa in contrada s. Silvestro (V. 28), nel 1410 lamenta un danno alla sua vigna in contrada Barbacani (B/Mv), nel settembre del 1416, viene eletto dal Consiglio, come amministratore dei beni vescovili, in quanto la carica di vescovo era vacante (1/2C 3 - 2F 5), il giugno del 1418 viene eletto dal comune ad ambasciatore a Muggia, in merito al ferimento del triestino Conforto Lisiza (betaF1), nel dicembre del 1423 possiede casa dietro la chiesa di s. Silvestro (10C 2), muore nel 1447 (A. Marsich)

- Maria
moglie di Nicolo, 1419 figlia di Francesco de Baseglio (V. 31)

- Antonio
figlio di Nicolo, gennaio 1436 e' notaio (Hattinger), nel maggio del 1438 appare come testimone notarile (V. 33), nel novembre del 1461 ha la carica di Cancelliere (Hattinger)

Mateo
detto anche Pizoldey (piccole dita) - i Mateo sono 2 omonimi e coevi, altro e' figlio di Antonio pescatore, e pure lui pescatore nel maggio del 1439 e aprile 1440 appare come giudice (Hattinger), 7 settembre 1443 viene condannato in contumacia, al bando per querela al duca d'Austria (AR), nel 1444 possiede casa in contrada Mercato (V. 34) - e' forse fratello di Antonio e figlio di Nicolo

- Catarina
moglie di Mathey, dicembre 1465, la nota cosi' dice : moglie di Mathey che fu' cittadino di Trieste, ora bandito, lei a causa di un debito vende la vigna in Zugnani e la casa di contrada Mercato (V. 38), nell'aprile del 1466 vende al canonico tergestino Pietro de Vrem, mezzo paese di santa Croce (l'altra meta' era di Antonio Pellegrini) (doc. del mn. s. Benedetto – Fondazione Scaramanga')

Pietro
detto anche Parvodigito nel novembre del 1485, ammalato, nella sua casa in contrada Castello, detta testamento, cita le figlie Lucia, Johanna, Catarina, e i figli Paride, Andrea, (V. 41)(4 A-D)

- Justina
vedova di Pietro, nel maggio del 1496 lei e il figlio Paride vendono una casa in contrada Castello (Marsich 1/2C 7), nel gennaio del 1500, lei a letto nella casa di contrada Castello detta testamento, lasciti ai figli Andrea, a Paride e Domenico (4 A-D)

- Andrea
figlio di Pietro, nel novembre del 1487, presenta una lettera di discolpa, dall'accusa di taglio di alberi in Farneto (B/M 13), nel 1502 vende vigna e baredo in Ponzano (V. 46), nel febbraio del 1506 vive a Contovello (V. 48), nel 1509 e' membro del Consiglio cittadino (betaA 1), nel aprile del 1522 vende un baredo in contrada la Guardela (V. 55)

- Paride
figlio di Pietro, dicembre 1490, testimone in tribunale (B/M 13), nel 1492 multato dal comune (L/C), nel 1498 riceve un lascito testamentario (V. 45)

- Lucia
figlia del fu Pietro e di Justina, nel febbraio del 1491 e' sposata con Urso de Orso (V. 42)

- Domenico
nel 1487 e' accusato con Andrea di taglio alberi in Farneto comunale (B/M 13), nel 1509 e' membro del Consiglio cittadino - obiit 1520 (betaA 1), nel 1516 (V. 53) e nel gennaio del 1520 (V. 57) appare come teste notarile

 

Lucia, Scolastica, Atticha
nel 1492 sono suore nel monastero di s. Cipriano (V. 42), Atticha nel 1499 e' priora del convento (V. 45)

Tramontana
nel 1531 viene multata dal comune (L/C)

 

Pietro
per tutto il 1561 copre la carica di Vicedomo (L/C), nel 1566 copia lo Statuto cittadino nella forma volgare (L/C) ancora nel 1568, '75 e '78 copre la carica di Vicedomo del comune (L/C), nel '65 e '76 anche di giudice rettore (L/C), nel 1580 appare come testimone ad un atto notarile, dove si specifica che ha circa 48 anni (V. 78), nel luglio del 1588 detta testamento, ha moglie Bellina, cita anche la sorella Catarina sposata con Erasmo Saurer, e' anche imparentato con gli Ustia, oltre a vari terreni, possiede anche un casale nella contrada di Arena presso la Chiauchiara (betaE 9)(4 A-D)

- Bellina
moglie (in 2° nozze) di Pietro – 15/7/1569 e' in causa contro Tarsia moglie di Jo. della Spada [betaE9], nel 1591 fa grossa donazione per il restauro della chiesa di s. Bortolomeo in Bovedo (2D23)

Joseph (Giuseppe)
secondo l'Ireneo della Croce, fu' l'ultimo discendente della nobile famiglia che poi si estinse, nel dicembre del 1602 e' caporale in piazza (libro della gurdia), nel 1606 (V. 80) e nel 1610 (4 A-D) appare come testimone notarile, nel marzo del 1619 e' alfiere in fortezza (1/2A 30)

- Camilla
vedova di Josepho, nel luglio del 1629, nella sua casa in contrada del monastero, detta testamento (betaE 9)

 

A partire dal 1710 giungono a Trieste, tutta una serie di omonimi sia da Capodistria che dal Veneto, tutti di modeste condizioni economiche, tranne che per il conte Pietro, giunto da Asolo, che nel 1808 e' membro del Consiglio di Trieste

i Pellegrini di Trieste da prima del 1800 sono presenti ad Asolo, dove sono conti, e sono confermati nobili il 24/7/1820 - un altro ramo della stessa famiglia ebbe conferma il 4/8/1820 [Fr. Schroder - 1830 - repertorio genealogico ......] - ma sono ancora considerati patrizi triestini e facenti parte del Consiglio cittadino, che annota nelle riunioni la loro assenza

 

nota dell'autore : come i miei precedenti esimi colleghi, anch'io posso aver sbagliato, nei frequentissimi casi di omonimie, l'attribuzione di qualche nota al personaggio sbagliato, purtroppo le note comunali spesso riportano solo il nome senza quello del padre, e quando non ci sono riferimenti di moglie o figli o fratelli/sorelle, l'errore e' sempre in agguato, l'uso diffuso di dare lo stesso nome a figli e/o nipoti crea non pochi problemi, il tutto complicato poi, dalla mancanza di una data certa di nascita e di morte, infatti la stesura di un testamento, anche in caso di malattia, non attesta la morte del testatore, tanto che spesso, ripresosi, lo ritroviamo ancora per altri anni a seguire. Come gia' ampliamente specificato, un altro problema in cui ci si imbatte nella ricerca, abbiamo molte vedove che si risposano, procreano altri figli, a cui danno talvolta gli stessi nomi dei figli del matrimonio precedente, un bel guazzabuglio quando vengono menzionati i nomi e solo quello della madre. Con il dilagare dell'uso di due o tre nomi propri, la confusione aumenta, nel caso in cui nelle note, troviamo citato solo uno che puo' confondersi col altro omonimo ma che ha altri due nomi diversi. Avrei potuto glissare, evitando approfondimenti, generalizzare, evitare certe omonimie ecc .., come usano spesso fare certi scrittori della materia, ma mi sembrava onesto che i lettori sapessero, che sono davvero rarissimi i casi in cui uno scrittore che si cimenta di epoche medievali e anche dopo, possa certificare come sicure le date di nascita e di morte di ogni personaggio citato, per cui ... cautela

 

 

pagina aggiornata ottobre 2023

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