NB : questa è solo una piccola raccolta di immagini d'epoca, molte sono sparse nelle altre pagine del sito, a seconda dell'argomento trattato
immagini tratte dal libro : Cittavecchia - Benedetti-Grisancich ed. Italo Svevo
anni 30/40 demolizioni davanti s. Maria Maggiore
(androna san Silvestro)
via Crosada com'era
Pozzo di Crosada
via piccola fornace
lavatoio di via Prelaser
piazzetta Trauner (fù sede del più antico ghetto ebraico) venne demolita completamente di notte, facendolo passare per un crollo improvviso, scomparsa l'antica bifora presente su una finestra, e la sovraintendenza ?.... stà a guardare !
foto raccolte quà e là, libri, siti, giornali ecc...
molo s. Carlo (oggi Audace), venne costruito sopra il relitto di una nave austriaca, la s. Carlo appunto, nel tempo vi furono anche dei botteghini di caffe e di ristoro
anni '30/40, poco dopo la demolizione del rione di Rena, per dimostrare la romanità cittadina, viene riportato alla luce l'anfiteatro romano, come noterete, sono ancora presenti alcune case adiacenti, che ora non esistono più, la via che scorre davanti, era l'antica contrada di Riborgo, un tempo larga 3 metri e con le case da tutti e due i lati,in quella via oltre le case patrizie, c'era anche la casa natale di fra Ireneo della Croce, scrittore della storia patria.
piazza della legna (oggi Goldoni) - quella costruzione strana che vedete sulla sin. della piazza, è l'antichissimo pozzo di s. Lazzaro, quì in tempi remoti esisteva un lazzaretto per i malati e una chiesa contigua (vd pag. chiese), il nome della via di oggi, che non è il sito originale, si riferisce propio a questo, da là verso l'ospedale cominciava il rione di Chiadin o anche Cadin
il ponte venne costruito nel 1754, era in legno e venne dipinto di colore rosso, da cui il nome, nel 1832 viene rifatto in ferro, dal 1926 in pietra (vd. pg. agenda > ponti). Nella piazza la casetta che vedete sulla ds. era il corpo di guardia e di fronte la stazione delle carrozze.
il teatro Grande poi G. Verdi, fu prima un bene privato del ricco doganiere arabo Cassis Faraone, che visse a Trieste e aveva sulla facciata il suo emblema, nella sala del ridotto si svolgeva il ballo mascherato di Carnevale (vd. pag agenda > teatri), la piazza si chiamo' Maria Teresia
via Donota fine '800, era una delle vie di accesso alla città, le case che vedete sulla destra, sono l'antico rione di RENA (vd. pg. toponomastica), le abitazioni furono per secoli erette sui resti del anfiteatro romano, negli anni '30, il piccone littorio le demolì, facendo sparire per sempre, antichissime case patrizie, ma si sà così và il mondo, alla stupidità non c'è mai fine - tutti gli abitanti vennero deportati nel rione di Rena nuova, oggi piu' noto come san Giacomo
la vecchia Casarma in contrada del torrente, oggi v. Carducci, al suo posto il palazzo della regione, la piazza, la via Severo - nacque come ospedale, poi trasformata e ampliata in caserma, venne demolita dall'Italia negli anni '20
ingresso della via Donota come si presentava, vista dal Corso, la viuzza al lato sin. è la via ghiacceretta - androna Marinella, laterale v Riborgo-Crosada
1899 - fondamenta del nuovo palazzo del Governo in piazza - via Riborgo oggi v del teatro romano
una volta, nelle case dei triestini, quelli veri s'intende, c'era sempre una foto col suo ritratto
ci sara' sicuramente qualcuno che mi taccera' di austriacante, faccia pure, non e' vero ma non mi offende, il mio e' solo un omaggio all'uomo che davvero amo' questa citta', molto di piu' di tanti dei "cosidetti" irridentisti, tra le sue documentazioni, trovasi lettere con cui invita i genitori a visitare Trieste che descrive con una certa enfasi
1900 - monumento alla dedizione di Trieste alla casa d'Austria,si trovava in piazza libertà, eretto dalla città a ricordo, la donna rappresenta Trieste (venne fusa negli anni '30) quì sotto l'articolo del 27/4/1899 per l'inaugurazione
piccola nota personale : mentre si festeggia il 1861 come data di nascita della nazione Italia, gli smemorati dimenticano che nel 1900, 39 anni dopo, < l'oppressa > popolazione di Trieste, con una colletta, dedicava un monumento all'Austria !
film RAI - il confine
nota dell'autore : io di porcate messe in onda dalla RAI su Trieste al tempo della prima guerra mondiale, ne ho viste talmente tante che ho finito di contarle, ma oggi 15 maggio 2018, il primo canale ha messo in onda in prima serata, il TOP del TRASH storico, e mi sento ancora buono a definirlo così, il film "il confine" ha i connotati della famosa "settimana incom" al tempo del regime, regista e sceneggiatori hanno rivoltato la Storia a loro comodo, tanto che un qualsiasi studente delle medie di questa città, ma anche di questa regione, avrebbe scritto una storia più verosimile. Che dire ..... semplicemente osceno, il colmo sarebbe che, magari lo premiano, ma in questa italietta ci si aspetta di tutto
tanto perchè lo sappiate, se rigirate le situazioni, all'inverso intendo, avrete la vera storia
l'inizio della fine ! assassinati a Sarajevo, l'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando e la contessa de Coteck sua moglie, le spoglie giungono a Trieste a bordo dell Viribus Unitis, nave da guerra costruita e varata a Trieste, il corteo funebre attraversa la città tra imponenti ali di folla, le finestre e i balconi portano i drappi neri del lutto cittadino, le salme vengono caricate sul treno che li porterà a Vienna.
la nave ammiraglia della flotta austro-ungarica, la Viribus Unitis, costruita e varata a Trieste nel 1911, affondata a Pola quando aveva già cambiato nome (Yugoslavija) ed era stata data al nuovo stato di sloveni, croati e serbi. - vd >>>
la costernazione a Vienna per la perdita di Trieste fu' tremenda, i giornali riportavano la memoria dell'antica dedizione del 1382, intere pagine vennero dedicate alla citta'
dopo la cessione di Trieste all'Italia, le prime truppe italiane sbarcano sul molo s. Carlo e ..... ecco i primi decreti del "buon" Petiti de Roreto, appena occupata la città
come noterete, spero, l'Italia sapeva di non trovarsi in territorio amico, strano no? per essere una citta' ...liberata !
gli impiegati bancari, organizzarono la lista dei nomi di persone che simpatizzavano per la corona d'Austria, lista che venne consegnata alle autorità italiane che mandarono a confino gli iscritti ... Sicilia, Sardegna ecc.... chi vi scrive ebbe parenti che subirono l'allontanamento dalla loro famiglia e sparsi per il sud Italia, oggi si direbbe: pulizia etnica (vd. biblioteca civica - manifesti)
da tanto che la propaganda nazionalista sbandierava la supposta italianita' di Trieste, sulle prime carte d'identita' distribuite alla popolazione, alla voce cittadinanza, c'era la scritta : ALLOGENI !
sin : manifestazione fascista in piazza Unita' - una gran parte della popolazione cittadina (importata) simpatizzo' per il dittatore e collaboro' poi con i nazisti, ma la passarono liscia, anzi molti ricoprirono alte cariche nella nuova democratica Repubblica
ds : 1938 piazza Unita' - davanti alla piazza gremita, dal palco eretto davanti al comune, Mussolini emana le leggi razziali mentre l'italica folla applaude
sfilate sulle rive di plotoni nazisti e a seguire dei fascisti davanti gli stati maggiori tedeschi
anni '40 - piazza Oberdan - il palazzo sulla destra, fù sede delle famigerate SS naziste (foto sotto), svontolava una bandiera nera con i suoi simboli, lì i collaborazionisti italiani, andavano a denunciare chi non era fascista, gli ebrei, o semplicemente chi gli era antipatico
23 aprile 1944 - nel palazzo oggi conservatorio Tartini, vengono impiccati 50 triestini ostaggi dei nazisti e fermati occasionalmente per la strada, dato che non stavano tutti sulle scale, altri lo furono nei corridoi e nelle stesse stanze, vennero lasciati così per alcuni giorni mentre gli ufficiali tedeschi continuavano con il loro lavoro, tanto per ricordarlo a quei triestini dalla memoria corta ed a quelli che furono collaboratori dei nazi-fascisti e non pagarono mai le loro colpe
alcune note di uno di quei martiri QUI
un video ci racconta la storia
le truppe jugoslave scendono a Trieste ancora governata dai nazisti, dopo furibondi scontri armati a cui partecipano anche i partigiani, la città viene liberata, i nazisti si arrendono e nonostante una certa propaganda di parte non ne faccia cenno, anche se esistono le fotografie, i soldati jugoslavi vennero salutati dalla popolazione come liberatori, le foto lo certificano. Naturalmente si venne ad una resa dei conti, così molti collabozionisti di fascisti e nazisti, e a Trieste non mancarono di certo, vennero arrestati, ma la gran parte se la cavarono egregiamente, sopratutto dopo il 1955. Sulle scempiaggini ora diventate bibbia, anche per i nostri imbelli politici locali, sui mitici 40 giorni, lascio al lettore la scelta se crederci o meno, tanto sappiamo bene che se ripeti all'infinito una balla, ad un certo punto, diventa realtà certificata (per l'ignorante! e per il ruffiano)
Promemoria : Trieste ebbe l'unico campo di sterminio d'Italia, al suo interno, i forni crematori lavoraravano a pieno ritmo, oppositori, ebrei, slavi, partigiani, gente innocente, finì dispersa in quei camini, altri dopo torture e sevizie .... se la cavarono, vennero deportati nei campi tristemente più noti e pochi tornarono
TLT - polizia civile a cavallo
oggi, 50 anni dopo, ci raccontano una verità che noi triestini conoscevamo bene, i moti per l'italianità di Trieste, furono organizzati dai fascisti, adesso compaiono anche le foto dove fanno il saluto romano, chissà quanti si riconosceranno, naturalmente, il figlio del sindaco di allora, smentisce categoricamente che suo padre fosse stato un promotore (ma va?). Roma se li coccolò per bene, e lo fà tutt'ora. ma quanti di questi erano esuli istriani ?
nazionalisti filo-italiani assediano la sede del partito indipendentista, promotore del Territorio libero di Trieste, ennesima pagina dimenticata della nostra storia, troppo scomoda?
nelle carte del ormai famoso armadio romano, rimaste occultate per decenni, abbiamo scoperto di come il governo italiano, agendo nell'ombra, usò ex repubblichini fascisti veneti per fomentare attentati e i moti di piazza per l'italianità, con ricche sovvenzioni e procurando anche le armi, a dirigerli e adetti ai pagamenti, personaggi influenti della città, rimasti poi seduti a comode poltrone di assessori, storici, professori ecc.. (vd. pag. annali-1900)
anno fatidico per Trieste, a Roma si decide la chiusura del cantiere navale cittadino e spostare in altri siti la costruzione di navi, si trattava del piu' grosso colpo all'economia triestina, già spogliata di molte altre attività trasferite nel resto della nazione, la piu' grande, storica e invidiata azienda della citta' veniva smembrata, gli operai in massa, scendono in corteo in piazza a protestare, giungono da Padova ingenti forze di polizia della celere che caricano gli operai, nascono cosi' scontri che si protrarranno per due giorni per tutte le vie cittadine a cui partecipa anche molta della popolazione stessa, lanciando dalle finestre oggetti sulle forze di polizia in assetto anti-sommossa, la citta' bloccata in piu' punti da filobus di traverso e barricate, ultimo anelito dell'unita' dei triestini, la rivolta verra' soffocata con veri atti di barbara violenza, tutta la vicenda verra' opportunamente nascosta dai media nazionali. Gli scrittori della vita di Trieste, dimenticano volutamente questa vicenda scomoda ai benpensanti odierni, eppure quella fu' l'ultima occasione in cui tutta la popolazione scese in piazza a difendere il lavoro e la vita di questa citta', non servi' a salvare l'Arsenale Triestino e al ridimensionamento del San Marco e alla perdita di migliaia di posti di lavoro, ma rimarra' nella memoria di chi, quei momenti li visse e li condivise, ma quella era altra gente ... quelli erano triestini !
le immagini sono tratte dell'archivio di M. Magajna
piscina coperta Bianchi sulle rive demolita nel 2005 - quanti di noi, ci hanno nuotato .....
imm. sin.)libretto di lavoro in uso negli anni 60/70 - imm. ds.) i triestini questo libretto lo conoscono bene, il lasciapassare, documento che si presentava al confine dell'ex Jugoslavia, poi Slovenia e che permetteva il transito libero tra i due paesi ai piccoli valichi di confine, con la caduta del confine, anche questo e' diventato un cimelio
imm. sin : la casa de le bisse - v. s. Lazzaro 15 - nella costruzione di questa casa manco' l'acqua a causa di una siccita', la malta venne mescolata con l'aceto, in questa casa abito' lo storico Rutteri - imm. ds. : la torre dei balini
anni '70 - quando il comune aveva la bandiera di Trieste !