precisazione : ciò che oggi comunemente si dà per scontato, ovvero che le popolazioni dell'altopiano carsico siano di origini slovene è totalmente errato, molti infatti mantengono nel loro cognome l'origine croata, bosniaca, serba, e finanche bulgara, se consideriamo poi che i "cicci" popolo di origine appunto romeno-bulgara, sono tra i primi presenti nei siti, definire tutti sloveni è alquanto azzardato, c'è poi anche da considerare che una parte di essi, in verità sono di tutt'altra origine, come da precedenti pagine del sito (vd. famiglie) ci sono molti friulani e cittadini tergestini poi spostatisi per ragioni di convenienza, la loro slavizzazione non è imposta, ma normale conseguenza, è immaginabile che un Giorgio venisse chiamato Juri e che poi lui l'adottasse, ciò valse anche per i cognomi, in egual misura successe anche nella Croazia anticamente con famiglie italiane lì stabilitesi in tempi remoti, la cosa fù graduale e non traumatica, pensate alla grande famiglia Thurn che altro non è che i Torre (o Torriani) alla tedesca o i Taxis che altro non sono che i Tasso. NB : quando il paese è citato come bene o proprietà privata, si intende mura, case, boschi, strade, torrenti, ma anche i villici, che pagavano l'affitto per l'usufrutto di campi e case. NB : la gran parte degli antichi toponimi, con mia sorpresa, sono vocaboli di origine croata, cio' indicherebbe una certa predominanza di popolazione di quella origine (o parlata) gia' da tempi antichissimi, alcune particolarita' inoltre, indicherebbero la presenza di comunita' greco-bizantine (serbe) sia nell'area del paese di s. Dorligo che a san Sabba in tempi abbastanza remoti. Nei secoli, a causa dell'invasione ottomana della penisola balcanica, grosse comunita' miste di croati, bosniaci, dalmati, bulgari, montenegrini in fuga, si fermarono nei dintorni della citta', cio' provoco' aspri scontri con gli slavi autoctoni, tanto da costringere il comune di Trieste ad intervenire, noto il caso in cui il comune stesso compra i terreni per darli ai nuovi venuti, e su cui nascera' il villaggio di Contovello, il che creera' non pochi problemi con i villici di Prosecco e di santa Croce. Anche se la cosa dara' alquanto fastidio ai soliti fanatici, gia' dai primi documenti antichi in nostro possesso, oltre che i villaggi del Carso e il circondario, gli slavi vivevano anche in quelli che oggi sono rioni, ovvero a Servola, Rozzol, Barcola, Chiadino, Rojano, Montebello e s. Giovanni, ma non solo, erano i maggiori abitatori al di fuori delle mura medievali, tra loro anche una folta rappresentanza di friulani integrati (pensate ai Furlan di oggi o ai Peteros), dalla fine del '300, alcune famiglie della citta' si spostarono anch'essi nei dintorni e, come gia' citato sopra slavizzarono il loro cognome, immagino che cio' sia successo in tutte le zone considerate di confine (ma perche' nessuno vuol cacciare i francofoni dal Piemonte e dalla valle d'Aosta? e se esiste una parte di Svizzera in cui si parla italiano, perche' nessuno rivendica il territorio ? che gli imbecilli rivendicatori siano arrivati tutti qui?). Dalle prime notizie a noi giunte, i paesi del cosiddetto altopiano carsico, compresi gran parte di quelli che oggi appartengono alla Repubblica di Slovenia, appartenevano al Patriarca di Aquileia (la stessa Lubiana era suo territorio), anche se forse sembrerebbe che antecedentemente, facessero gia' parte dei territori del vescovo di Trieste, principe e signore della stessa citta', per molto tempo indipendente e non asservito alla carica aquileiese, e' infatti probabile che il suo territorio arrivasse sino a Gorizia, ma tutto cesso' con l'imposizione papale che volle Trieste filiale di Aquileia, con relativo smembramento del territorio. I rapporti tra cittadini e villici, non furono sempre idilliaci, le occasioni per i forti attriti non mancarono, oltre ai sopracitati scontri anche armati tra i stessi villici di diversi paesi, dovuti a sconfinamenti, sequestri e furti, i carsolini lamentavano anche l'obbligo di prestare servizio di guardia obbligatorio alle mura cittadine, mentre spesso i cittadini delegavano al loro posto i loro coloni, c'erano poi delle grosse discrepanze nella pesatura delle loro merci quando arrivavano in città, le diatribe degenerarono sino ad arrivare alla protesta contadina che chiedeva l'accorpamento dei villaggi carsici alla contea di Lubiana, si decreto' cosi' la scissione del territorio, i paesi della valle di Moccò, vennero aggregati prima alla Carniola e poi a s. Servolo, allora giurisdizione dei triestini Petazzi, ma i ricorsi alle armi non finirono, anzi si acuirono. Altre occasioni di scontri e ruberie, si ebbero tra i villici che furono parte del territorio tergestino poi occupato militarmente dei conti di Duino, ovvero Sgonico, Samatorza, s. Pelagio, e quelli che rimasero legati alla citta', Prosecco, santa Croce, Opicina etc... il comune dovette spesso far fronte, anche con le armi, a difesa dei territori e delle genti rimaste. La storiografia ufficiale, vuole che i popoli slavi giungessero su queste terre attorno al VI° sec. d.c., alcune nuove teorie li vorrebbero antecedenti a questa data, comunque sia, furono i fondatori di quasi tutti gli odierni paesi del Carso triestino, cio' successe anche nel goriziano e nella parte orientale del Friuli, dove sono ancora presenti. La loro parlata, oggi totalmente slovena, nelle forme dialettali, e' molto diversa da paese a paese, ma anche questo si sta' perdendo a causa della uniformita' della globalizzazione, in egual misura si perdono anche usi e costumi caratteristici, sopravvivono solo nelle rare occasioni come " le nozze carsiche " che si celebrano ogni due anni, un vero rito che segue un'antica cronologia di avvenimenti »»». Dopo l'occupazione italiana di Trieste del 1918, le popolazioni di lingua slava del territorio, subirono emarginazione e persecuzioni, vennero chiuse le loro scuole, venne vietato l'uso della lingua slava, venne imposta l'italianizzazione dei cognomi, vennero sostituiti i parroci dei paesi con altri di lingua italiana gia' ben indottrinati all'anti-slavismo, sequestri, pestaggi e violenze, incendi di case, furono all'ordine del giorno, pagarono col sangue di innocenti la colpa di parlare una lingua diversa e di non far parte di una cosiddetta razza pura, cio' continuera' sino alla fine della seconda guerra mondiale, oggi sussiste ancora da una certa parte di abitatori di Trieste (mi rifiuto di chiamare triestini questi tarati mentali) che fomenta odi razziali, ma che ormai attecchiscono sempre meno, per fortuna, nonostante una certa stampa cittadina non si arrenda. ![]() giovani bambine del Carso da una foto dei primi '900 Una particolarita', notate come nel corso degli anni, piu' precisamente tra 1800 e '900, anche perche' sono quelli piu' documentati, tutti i paesi si ingrandiscono e aumentano, in alcuni casi maggiormente, gli abitanti, nella prima meta' poi del 1900, a causa delle persecuzioni operate dal nazionalismo italiano, diverse famiglie si trasferiranno nella allora Jugoslavia, oggi Slovenia, dove sono ancora presenti. Nel dopo-guerra, per creare tensioni nazionaliste, e fomentare rancori, il comune di Trieste incentivato da Roma, creava nei vari paesi, interi rioni di case popolari, date poi agli esuli istriani, notoriamente avversi agli slavofoni |
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